Termini Imerese, la cinese Zotye valuta di investire

Termini Imerese

La casa automobilistica cinese Zotye, che fra le sue joint venture ne ha alcune anche con il gruppo Fca per riprodurre dei modelli su licenza, e che
di recente si è lanciata, in joint con Ford, nella produzione di auto elettriche, potrebbe investire a Termini Imerese. A rivelare la notizia è Daniele Morello della Uilm-Uil.

La Zhejiang TechNew Group, o Zotye, dal 2005 ad oggi si è distinta per avere riprodotto, anche se solo per il mercato cinese, numerosi modelli europei, dal 2005 in poi, ispirandosi via via alla Terios, alla Passat, all’Audi A6, alla Tiguan, all’Audi Q3, alla Macan. Ma è pur vero che su licenza ha realizzato numerosi modelli di successo, tra cui la Multipla, la Perla e la Palio.

Intanto il presidente di Sicindustria Palermo, Alessandro Albanese, lancia un appello al governatore Nello Musumeci “a prendere contatti con Honda”. “A Termini Imerese c’è un polo automotive. C’è una sede, un sito produttivo, un tessuto di piccole e medie imprese che per tradizione e per vocazione hanno sempre lavorato nell’indotto dell’industria delle autovetture e c’è una ricca platea di lavoratori professionalizzati nell’automotive. A Termini Imerese manca solo una casa automobilistica che decida di insediare il proprio stabilimento nell’area industriale. Ieri la Nissan, oggi la Honda hanno deciso di lasciare la Gran Bretagna. E Termini Imerese in Europa sarebbe un insediamento ideale per uno stabilimento che produca automobili”. 

La richiesta arriva a pochi giorni dalla missione del ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, atteso il 23 a Termini Imerese. Intanto sul fronte della Blutec, a Roma non ci sono sostanziali novità. Invitalia, il braccio operativo del ministero dello Sviluppo economico, ha chiesto la restituzione
del contributo finora erogato alla newco del gruppo Metec-Stola, che doveva avviare a Termini Imerese la produzione di componenti per auto e poi di un modello di auto elettrica nel grande stabilimento rilevato da Fca al prezzo simbolico di un euro. Ma finora, dicono da Invitalia, i soldi non sono stati restituiti, mentre in fabbrica era rientrata solo una parte dell’organico ex Fiat e tutte le maestranze dallo scorso 1 gennaio sono in attesa del rinnovo della cassa integrazione, sul quale i tecnici del ministero del Lavoro stanno trovando qualche difficoltà.