Terremoto del Belice, Catania: «Non siamo cittadini di Serie B»

Terremoto del Belice

«Lo Stato non può trattare in maniera differente nord e sud. La Valle del Belìce ha avuto assegnato un finanziamento complessivo in 55 anni che rappresenta un terzo di quanto è stato dato al Friuli Venezia Giulia in 7 anni. Qui non siamo cittadini di serie B. Oggi il Belìce ha bisogno di un sostegno statale energico». Lo dice il deputato regionale Nicola Catania, sindaco di Partanna e coordinatore dei sindaci del Belice da 15 anni.

Nella Valle del Belìce sono in programma le celebrazioni per il 55° anniversario del sisma che ha colpito parte della Sicilia Occidentale nel 1968. La ricostruzione è ancora un capitolo aperto.

«Lo Stato sembra essersi dimenticato di questo territorio – dice Catania – da troppi anni nulla è più previsto come finanziamento. Insieme a tutti i sindaci interessati dalla ricostruzione abbiamo ridotto un elenco di opere pubbliche che lo Stato aveva preparato. Oggi c’è la necessità di chiudere in fretta la ricostruzione», ha concluso l’onorevole Catania. Domani, alle ore 10,30, il deputato regionale parteciperà alla santa messa commemorativa che verrà celebrata dal Vescovo di Mazara del Vallo monsignor Angelo Giurdanella nella chiesa madre di Partanna.

Terremoto del Belice, il vescovo: “La politica non si dimentichi del Belice”

Sul tema anche il monito del Vescovo di Mazara del Vallo monsignor Angelo Giurdanella durante l’omelia per la santa messa commemorativa del 55° anniversario del terremoto del Belìce: «Il Belìce non può essere cancellato dall’agenda della politica».

La celebrazione si è tenuta stamattina nella chiesa madre di Partanna, alla presenza del sindaco Nicola Catania e di alcuni colleghi del Belìce. Il Vescovo ha ribadito che «non è solo necessario concludere la ricostruzione ma porre attenzione alla salvaguardia delle opere già esistenti». Monsignor Giurdanella ha fatto appello alla «collaborazione fra tutti», alla «creazione di sinergie per lo sviluppo di questo territorio».

Il Vescovo ha ricordato la figura di don Antonio Riboldi, parroco rosminiano che operò a Santa Ninfa nel periodo del sisma. «Dobbiamo fare memoria di quanti si sono spesi per la ricostruzione, spesso alzando anche la voce», ha detto monsignor Giurdanella. Il Vescovo oggi pomeriggio è a Gibellina per incontrare l’Amministrazione comunale e per celebrare, nella chiesa madre, una messa commemorativa per le vittime di Gibellina del terremoto 1968.