Tolc Medicina 2023: il portale per inserirsi in graduatoria non funziona. Ennesima beffa

Tolc 2023

E’ come giocare un terno al Lotto, anzi peggio. Lo erano i test per l’ingresso in Medicina, lo sono ancora di più i Tolc. Questa volta sotto accusa finisce il sistema per iscriversi in graduatoria.

Dopo aver affrontato la prova, con quesiti piuttosto complicati, gli studenti ora si ritrovano a dover affrontare l’ennesimo, inutile e dannoso, ostacolo: entrare nel portale per essere inseriti in graduatoria. Sì perché il portale non funziona: non permette agli studenti regolarmente iscritti, regolarmente accreditati, di entrare. “Password o username sbagliati” è la risposta e tutti i tentativi di capirne qualcosa risultano vani: nessuno risponde, non arrivano risposte automatiche dal sistema alla richiesta di nuova password, non risponde nessuno nemmeno lì dove dovrebbe esserci qualcuno a presidiare che tutto vada nel verso giusto.

E’ la follia di un sistema che fin qui ha portato a casa sono debolezze e fallimenti. I sospetti sul Cisia, i quesiti su Telegram e ora anche il portale per l’inserimento in graduatoria che invece, se non abbiamo capito male, è gestito da Cineca. Gli studenti, nei gruppi Facebook o su altri social, sono stanchi e inviperiti e tutto questo mondo, diciamoci la verità, non garantisce assolutamente tutti e fa sorgere il sospetto che vi siano scappatoie per chi, invece, può accedere direttamente alle informazioni essenziali. I test invece di garantire parità di accesso fanno crescere le disparità e puniscono spesso i meritevoli. Lo chiamano sistema moderno di valutazione ma penalizza l’intero sistema formativo del nostro paese e arricchisce quei pochi che sui test hanno costruito business milionari. Questa è diventata l’università delle disuguaglianze e spiace che la sinistra, quella che va predicando a destra e manca rispetto per i diritti, non si preoccupi di intere generazioni tagliate fuori da quello che per loro è un legittimo diritto: studiare.

Le piattaforme mostrano tutti i loro limiti: vengono spesi milioni di euro per avere servizi scadenti. Non è il fallimento del digitale, ma il fallimento di chi usa il digitale senza averne le competenze.