Toninelli: “Modello Genova per l’emergenza strade in Sicilia”

Utilizzare per l’emergenza delle strade provinciali siciliane il modello Genova:  un intervento straordinario in una situazione di emergenza. È la proposta che il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha condiviso con il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci. Una proposta che il ministro ha annunciato di voler portare “fuori sacco” già stasera al consiglio dei ministri.

“Ringrazio il ministro per la sensibilità che ha avuto nel venire in Sicilia e nel verificare personalmente  la condizione di alcune delle arterie viarie  in aree particolarmente interessate  dalle recenti alluvioni – ha detto Musumeci -. Sono contento perché così il governo al di là di ogni possibile segnalazione formale  ha piena consapevolezza de pauroso , drammatico e  irragionevole stato di degrado nel quale si trova la rete viaria siciliana alla quale aggiungo la rete ferroviaria in Sicilia che ha bisogno di ammodernamento, che ha bisogno di chiudere il cantieri aperti anche da vent’anni penso alla tratta Messina-Catania”.

“Ho incontrato i vertici di Rfi e Anas e abbiamo affrontato i principali dossier sullo stato di avanzamento dei tanti cantieri con le criticità. Ho spronato a dare il massimo e dare ancora di più per ottenere migliori risultati nel minor tempo possibile” – ha affermato poi il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, durante la conferenza stampa alla Capitaneria di porto a Palermo dopo l’incontro con i vertici di Rfi e Anas.

“La situazione in Sicilia è oltre l’emergenza – ha proseguito il ministro -. In casi come questi bisogna mettere in campo gestioni commissariali. Porterò dunque in Consiglio dei Ministri la nomina di un commissario straordinario per la viabilità secondaria che però in Sicilia è da considerarsi primaria perché nell’Isola è la più utilizzata. Il commissario straordinario avrà poteri speciali in deroga per velocizzare le procedure e che possa affidare all’Anas che interviene a supplire alle incapacità da parte delle Regioni svuotate di poteri da riforme sbagliate per utilizzare risorse che in molti casi ci sono e nel brevissimo periodo questo percorso possa portare importanti risultati”.

“Ci sono dei cantieri Rfi che vanno bene, altri che vanno meno bene e che non dipendono da responsabilità di Rfi ma da aziende che hanno acquisito i contratti e che adesso si trovano in difficoltà, ma l’apporto politico deve essere quello della concretezza perché non si può più aspettare. Chi non si trova nelle condizioni di poter andare avanti con i lavori non c’è altra soluzione che la rescissione dei contratti – ha spiegato – . Le infrastrutture ferroviarie siciliane sono una delle priorità che non possono essere fermate. La Sicilia deve tornare in un lasso di tempo più limitato possibile ad essere una Regione in cui ci si possa muovere in maniera più normale e più dignitosa” – conclude il ministro.