Un solo traghetto che collega Trapani e Pantelleria. Disagi e proteste. Il Sindaco: "Ora basta!"

 C’è un solo traghetto, da qualche giorno, che collega Trapani a Pantelleria. Il “Pietro Novelli”, della ex Siremar, è stato spostato sulla tratta per Lampedusa. In servizio nei collegamenti con Pantelleria è rimasta solo la nave Cossyra, della compagnia Traghetti delle Isole. Il Consorzio Turistico Trapanese ed il Consorzio Turistico Alberghiero dell’isola di Pantelleria “Pantelleria Island” hanno espresso forte disappunto, protestando per la decisione della Compagnia delle isole e prospettando una azione legale per valutare se esistono le condizioni di interruzione di pubblico servizio. Intanto dall’agenzia marittima Riccardo Sanges è arrivata la notizia dell’avvio del noleggio di una nave ro/ro merci, il Transporter, che andrà a coprire la linea con Pantelleria, ma solo per il traffico merci. La nave inizierà i collegamenti lunedì. Ma resta il problema del trasporto passeggeri.

La “normalità” dei servizi dovrebbe essere un diritto minimo assicurato ai cittadini, ed invece per gli abitanti delle Isole minori siciliane avere un sistema di trasporti “normale” è oggi, purtroppo, solo una speranza posta nelle loro grida di dolore e rabbia.
Grida di rabbia di chi si è dovuto “abituare” a mortificarsi per necessità considerando “privilegi” quelli che dovrebbero essere diritti basilari e viaggiando in condizioni certamente
non coerenti al sacrificio economico che la collettività sopporta in funzione dei costi sostenuti dalla Regione per i servizi di trasporto navale.
Grida di rabbia di cui ci facciamo portavoce noi Sindaci costretti ad amministrare territori ed a indirizzarne le politiche di sviluppo e coesione senza alcuna certezza su un servizio fondamentale per la qualità della vita dei residenti e per le politiche di promozione del turismo.
Incertezze determinate da navi, spesso, inadeguate a garantire servizi continuativi, da contratti di servizi che, di fatto, “consentono” agli affidatari di non sostituire tempestivamente i mezzi, da “balletti” burocratici legati a ricorsi ed inchieste, da affannosi ( magari anche generosi ma certamente non produttivi) tentativi del dipartimento regionale infrastrutture e trasporti di adottare soluzioni tampone spostando navi da una tratta all’altra. Soluzioni che non guardano al  complessivo funzionamento del sistema dei trasporti ma che sono adottate sull’onda di emozioni mediatiche che attirano l’attenzione dell’opinione pubblica su un’isola piuttosto che su un’altra, e che hanno effetti sociali fortemente negativi innescando un circolo depressivo delle economie dei territori e delle condizioni di vita degli abitanti.
Naturalmente noi Sindaci delle Isole minori non andremo mai ad innescare “guerre tra poveri” nella assoluta convinzione che solo attraverso una vera “sussidiarietà” ed aiutandoci a vicenda saremo in grado di raggiungere stabilmente l’obiettivo di un sistema di trasporti idoneo alle nostre “reali “ necessità.
In tale quadro significativamente negativo si innesta, anche, la vicenda di queste settimane sui servizi integrativi con gli aliscafi per le Isole di Lampedusa , Linosa , Pantelleria e Ustica, per i quali non sappiamo se e quando avremo un aggiudicatario del servizio.
Una vicenda che mortifica ancora di più le aspettative di sviluppo turistico delle nostre Isole con l’impossibilità per gli operatori di programmare per tempo servizi e pacchetti turistici perdendo inesorabilmente e forse “definitivamente” la competizione con le destinazioni turistiche concorrenti ben più organizzate e supportate da politiche istituzionali più accorte e tempestive.
Unico piccolissimo barlume di speranza per Lampedusa e Pantelleria sono i trasporti aerei che con in voli di linea ed i charter (questi ultimi faticosamente e con sacrifici economici organizzati dagli operatori locali) riescono a garantire un minimo di arrivi turistici che però scontano costi non competitivi rispetto ad altre destinazioni sia nazionali che Europee.
Tutto ciò da solo basterebbe ad azzerare le aspirazioni di economie turistiche ben più floride, immaginiamo, allora, quali possono essere gli effetti su sistemi fragili che hanno risentito in maniere forte della ben nota crisi economica degli ultimi anni.
E’ ora di cambiare strategia! Dobbiamo dire basta a navi che si rompono e aliscafi che non viaggiano!,
E’ ora di puntare in maniera forte sulla capacità delle isole minori di essere traino del sistema turistico siciliano! E per fare questo bisogna partire da garantire i servizi essenziali di trasporto in maniera efficiente secondo programmi di medio lungo periodo che tutelino davvero le esigenze dei territori e dei cittadini.
Bisogna attivare una regia complessiva del sistema dei trasporti dove le Amministrazioni comunali delle Isole abbiamo reale voce e dove le decisioni siano davvero frutto di concertazione e non prese in solitario da funzionari, magari ammirevoli sul piano della volontà, ma inefficaci sul piano poi della concretezza e dell’azione amministrativa.
Serve uno scatto di programmazione e di innovazione che rimetta al centro il trasporto delle isole e per le isole, unificando la programmazione regionale – anche finanziaria e delle
politiche di bilancio- dei trasporti marittimi ed aerei ( traghetti, aliscafi, merci, trasporto rifiuti e carburante, aerei), procedendo ad una revisione generale del sistema della continuità  territoriale per attivare strategie che tengano conto dei reali bisogni in base alle distanze geografiche e ai flussi turistici.
Bisogna essere ben consapevoli della responsabilità della Pubblica Amministrazione di regolamentare i servizi e di effettuare le scelte valutando le reali esigenze della collettività nel rispetto dei vincoli della finanza pubblica, senza correre costantemente dietro alle emergenze vere o rappresentate da parte di chiunque.
Bisogna arrivare, in sintesi, ad organizzare servizi integrati, tra marittimi ed aerei capaci di ottimizzare il rapporto tra soddisfazione dell’utenza e risorse impiegate valutando “davvero” sia il primo che il secondo parametro del rapporto.
Per fare questo serve una profonda consapevolezza degli strumenti che abbiamo a disposizione sia sotto il profilo amministrativo che finanziario, e, soprattutto, occorre saperli ben usare seguendo una visione complessiva di sviluppo smarcandosi da tutti gli elementi che negli anni hanno creato profonde disparità per i cittadini delle isole e cospicui vantaggi economici per gli erogatori dei servizi cui non hanno fatto da contraltare tangibili vantaggi per lo sviluppo dei territori.
Pantelleria come sempre è disponibile a fare la propria parte insieme con le altre sette Isole! Vogliamo essere coinvolti nelle scelte e soprattutto non vogliamo subirle e chiediamo in primo luogo di ritrovare immediatamente la strada della normalità abbandonando quella della continua emergenza.
L’ennesima gara è andata deserta, infine, occorre uno sforzo unitario e collegiale, al fine di ottenere soluzioni ed, in particolare, per Pantelleria si chiede l’utilizzo della nave veloce in possesso della Compagnie delle Isole, per Ustica un Aliscafo e per Lampedusa e Linosa un aliscafo.