Una palermitana sul podio più alto del Bridge: conquistato il titolo italiano

Una Palermitana siede sul podio più alto del Bridge conquistando il titolo Italiano. Si tratta di Caterina Burgio, che in coppia con la Torinese Enza Rossano ha conquistato la medaglia d’oro Italiana del Bridge della categoria femminile.

Bridge


Caterina, giovane avvocato di Palermo, dopo aver rappresentato l’Italia nella nazionale giovanile under 25 conquistando un bronzo europeo e uno mondiale si aggiudica il suo primo titolo Italiano assoluto.
Le cifre di quello che oggi è considerato uno sport a tutti gli effetti parlano chiaro: La federazione Italiana Bridge conta oltre 24 mila iscritti il cui 50% donne, sono circa 2 milioni gli italiani che conoscono il gioco e 200 milioni nel mondo con oltre 530 arbitri ufficiali e 330 insegnati in attività. La Lombardia è la regione dove si gioca di più con ben 52 associazioni, segue il Lazio con 40, la Toscana con 37, l’Emilia Romagna 24, seguono il Piemonte con 23 il Veneto con 22 le Marche con 18 Campagna e Sicilia con 16. Oggi la Federazione Italiana Bridge è riconosciuta dal CONI come disciplina sportiva a tutti gli effetti e perfino l’UNESCO ha riconosciuto con motivazione ufficiale il valore educativo del Bridge.

La neo campionessa alla domanda quanto contasse la fortuna in questo specifico gioco di carte, ha voluto ricordarci che del bridge da ogni parte si afferma e si ripete che ….Se anche le carte venissero mescolate, comunque, il fattore fortuna potrebbe giocare un ruolo solo su un piccolissimo campione statistico. A bridge la fortuna non conta, mai. Il bluff non riveste alcun ruolo: fingere di avere una mano più forte porta innanzi tutto ad ingannare il proprio compagno, con rischi catastrofici. Per vincere a bridge bisogna essere il più possibile tecnici e precisi e giocare come se i compagni e gli avversari facessero sempre la miglior scelta possibile.

Il bridge consente di migliorare le proprie capacità di concentrazione, ragionamento, valutazione, strategia, disciplina e decisionali; a questi aspetti sono legati il valore didattico e lo sviluppo e mantenimento delle facoltà cognitive. Resta fondamentale l’abilità nello studio degli avversari e la definizione delle relative strategie”
Sarà quindi anche merito di questo sport da lei praticato con passione e grandi successi, se Caterina, oltre ad essere medaglia d’oro femminile del bridge italiano, è anche un brillante avvocato civilista componente, a Palermo, dello studio del prof. Avv. Nicola Piazza