Zone franche a Ragusa per compensare il danno economico causato da sbarchi e riduzione di risorse

Istituire delle zone franche nel porto di Pozzallo e all’aeroporto di Comiso. È la proposta avanzata dal senatore di Forza Italia Giovanni Mauro, vice presidente della Commissione Politiche comunitarie di Palazzo Madama, che ha presentato un disegno di legge attraverso cui chiede, appunto, che nel raggio di 5 chilometri intorno alle due infrastrutture più importanti della Provincia di Ragusa, venga prevista l’esenzione delle imposte erariali per l’immissione di alcuni prodotti.

«L’esigenza della zona franca- spiega Mauro- nasce dai tanti eventi drammatici che hanno colpito le suddette aree, dalla drastica riduzione delle risorse per gli investimenti nel Mezzogiorno ai continui sbarchi di migranti che si riversano giornalmente a Pozzallo. Solo nei primi tre mesi del 2016 ne sono sbarcati più di 4.000; nel 2015 sono stati circa 17.000. In Sicilia, essendo la regione più vicina al braccio di mare che separa il Nord Africa dall’Europa, da anni si assiste alla preoccupante escalation di sbarchi di migranti che, spinti dalla fame, dai conflitti armati e dalle persecuzioni si mettono in viaggio su barconi di fortuna per raggiungere le coste siciliane. A causa di questa “invasione”- scrive ancora Mauro- molto spesso ci si interroga su quali siano per esempio i riflessi economici della stagione balneare del Ragusano. È innegabile il danno d’immagine e turistico che tutta la zona del ragusano subisce, oramai da tempo, senza alcuna contropartita o incentivo economico. L’area circostante il porto di Pozzallo ha l’urgente necessità dell’istituzione di una zona franca al fine di non compromettere la sua capacità di reggere la concorrenza della portualità mediterranea nonché di contribuire a garantire la crescita dell’economia regionale. Essa porterebbe all’area circostante il porto (5 chilometri) una nuova linfa alle attività ivi presenti, e diventerebbe uno strumento di propulsione per lo sviluppo socio-economico. Com’è noto con la locuzione «zona franca» sono indicati alcuni istituti di diritto doganale, caratterizzati dall’applicazione a un determinato ambito territoriale di un particolare regime di esenzione doganale, genericamente configurato come finzione giuridica di estraneità della porzione territoriale costituita in zona franca rispetto al territorio doganale dello Stato. La funzione di extraterritorialità non comporta, però, la reale esclusione dall’ordinamento doganale dello Stato del territorio franco, ma significa solo che quest’ultimo, sebbene di fatto situato entro il territorio doganale, agli effetti dell’imposizione tributaria è considerato fuori dalla linea doganale ordinaria, per essere assoggettato a un regime speciale che sostanzialmente consente di introdurre, depositare e, come in questo caso, manipolare, trasformare e consumare le merci estere nella zona franca in esenzione da tributi e da formalità doganali. La possibilità delle merci, di provenienza intercomunitaria, di transitare in una zona franca da diritti doganali o di confine verso aree di mercato extracomunitarie non è misconosciuta a livello europeo, specie quando la sua localizzazione non si appalesi come elemento di turbativa dei mercati interni, ma interagisca sul livello dei traffici mercantili internazionali favorendone altresì lo sviluppo».

Secondo quanto previsto all’articolo 1, comma 2, del disegno di legge presentato dal senatore ragusano è consentita l’immissione in consumo nel relativo territorio, per il fabbisogno locale, in esenzione dalle imposte erariali di consumo, dalle imposte di fabbricazione e dal diritto erariale sugli alcoli, dei seguenti prodotti in quantità contingentate: a) tabacchi; b) spirito, liquori, acquaviti e profumerie alcoliche; c) birra; d) zucchero; e) glucosio, maltosio e materie zuccherine; f) olio di semi; g) olii vegetali liquidi; h) tè; i) surrogati del caffè; l) benzina; m) gasolio; n) petrolio; o) gas di petrolio liquefatti per uso domestico; p) olio lubrificante.

Così è com’è il disegno di legge, secondo quanto calcolato dallo staff di Mauro, l’istituzione della Zona Franca nel Porto di Pozzallo e all’aeroporto di Comiso costerebbe al ministero 1 milione di euro l’anno. Il Disegno di legge sarà sottoposto all’attenzione delle apposite commissioni per le valutazioni del caso.