Regionali: le due DESTRE di Forza Italia

Mentre il Movimento 5 Stelle con Cancelleri continua il tour elettorale per la Sicilia con qualche gaffe, molto entusiasmo e meno pubblico di quello atteso, con la presenza costante di Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio, le altre coalizioni cercano, tra l’altro con molte difficoltà, di trovare la quadra sui nomi.

Il dibattito interno al momento è tutto incentrato su Forza Italia dove molto probabilmente si sta per arrivare ad una resa dei conti tra le due anime del partito, vale a dire quella pienamente forzista composta dai seguaci fedeli di Berlusconi e quella degli esponenti provenienti dalla destra sociale e che sono passati in Forza Italia dopo la “chiusura di alleanza nazionale”.

E’ evidente che queste due fazioni, come detto, hanno anime diverse, una legata sicuramente ad una politica liberale e più attenta al mondo dell’imprenditoria, l’altra invece più legata ai temi del sociale.

Questa seconda anima appartiene sicuramente a Nello Musumeci, che non è di Forza Italia, ma che orbita in quell’area godendo dell’appoggio di molti forzisti e che proviene dalla destra pre-berlusconiana e che si fonda sicuramente su principi diversi dal verbo diffuso dal leader di Arcore.

Dal canto suo, poi, il politico catanese vanta una esperienza di amministratore di tutto rispetto, più volte è risultato essere il presidente dei provincia più amato d’Italia e il suo operato ha sovente ricevuto apprezzamenti trasversali.

La garanzia dell’integrità, almeno fino a prova contraria, del fondatore di Diventerà Bellissima, è data anche dal ruolo ricoperto all’Ars dove ricopre la carica di presidente della commissione regionale antimafia.

Se per molti, quanto appena citato, rappresenta un Curriculum ideale che consente di presentarsi come candidato a presidente della Sicilia, per altri non lo è e tra questi c’è sicuramente il commissario di Forza Italia Gianfranco Miccichè che già una volta boicottò le aspirazioni presidenziali di Musumeci.

La proposta di Gaetano Armao come candidato presidente è certamente una scelta che crea dibattiti serrati all’interno del partito, perché persona riconosciuta da tutti come per bene e competente, ma la cui forza elettorale non si conosce e non è un caso se, ad esempio, a Palermo non è stato candidato dopo vari annunci e proclami.

Il problema è che adesso anche Berlusconi si sarebbe espresso dando lo sta bene per Armao e il veto per Musumeci.

La sensazione è che in Forza Italia si stia arrivando ad un muro contro muro e l’ipotesi di una spaccatura non è poi così remota.

Se Berlusconi decide per Armao sa benissimo che provocherà molti dissensi interni e allora ci si chiede se non è questo quello che vuole, cioè disfarsi degli esponenti provenienti dalla destra per aprire così alla grande intesa.

Se fosse così questa ipotesi aprirebbe nuovi scenari anche a livello nazionale e darebbe credito a chi sostiene che vi è in atto una alleanza tra Renzi e Berlusconi alleanza che, ovviamente, esclude Matteo Salvini e Giorgia Meloni che nel caso della Sicilia sostengono Musumeci dalla prima ora.

In tutto questo, e ritorniamo al punto di partenza, si infittisce lo scontro tra le due anìme di Forza Italia e sarà interessante comprendere qual è quella che prevarrà all’interno di Forza Italia, di sicuro qualsiasi risultato condizionerà il futuro del centro-destra non solo in Sicilia.

Da non sottovalutare infine anche il ruolo di Centristi per la Sicilia che al momento attendono sviluppi e stanno parlando con diversi attori, fermo restando che la loro aspirazione è quella di presentare un proprio candidato come detto anche da Pier Ferdinando Casini in occasione della Conferenza tenuta Scicli qualche settimana fa.