«Tenere in vita il malato». Usa una metafora medica Carlo Trigilia, ministro per la Coesione territoriale, per raccontare lo stato di salute dell’economia italiana, meridionale e siciliana. Una metafora anche utile per definire la «cura» e i comportamenti per fare in modo che «il malato non abbia più ricadute». Trigilia è intervenuto oggi alla presentazione del rapporto trimestrale Congiuntura Res sulla congiuntura economia della Sicilia, realizzato dalla Fondazione Res.
Tenere in vita il malato
«Il mio obiettivo – ha spiegato Trigilia – è quello di mettere in campo, pur con le modeste risorse che abbiamo, una forte azione anticiclica che contrasti la crisi. In questo senso diventa fondamentale un utilizzo migliore delle risorse europee e soprattutto evitare che si perdano. Per questo bisogna accelerare la spesa orientandola su obiettivi credibili, ma anche riconvertire i fondi non spesi in chiave antirecessiva. Il governo ha già indirizzato un miliardo per la disoccupazione, ma penso che prima della pausa di agosto riusciremo a riattivare 4-5 miliardi di risorse che rischiano di perdersi, nelle regioni a Obiettivo 1, canalizzandole verso le imprese e in particolare per il rafforzamento del credito sia con il fondo di garanzia che rafforzando i confidi. Ma anche con una riedizione di quella che fu la legge Sabatini. Ma non solo: occorre intervenire sulle opere bloccate e sbloccarle e sugli edifici pubblici attraverso misure di efficientamento energetico».
La cura
«Per curare il malato – ha proseguito il ministro – occorre una cura, cioè una strategia. Occorre valorizzare le risorse locali, in particolare beni culturali, università, agroindustria. A livello nazionale si notano delle tendenze positive: la richiesta di prodotti innovativi dal punto di vista della qualità, ma anche del marketing e della comunicazione; il maggior consumo di prodotti agricoli di qualità; l’arrivo di un maggior numero di visitatori dai Paesi emergenti».
Fare in modo che il malato non si ammali più
«Per fare ciò – ha concluso Trigilia – l’uso dei fondi europei è importante, ma non sufficiente e decisivo. Bisogna riuscire soprattutto a incidere sulla qualità del contesto istituzionale. Dobbiamo creare un ambiente dove il malato non si ammali più. Occorre verificare i costi delle prestazioni in sanità, formazione, istruzione. Ma occorre inserire anche un elemento nuovo: verificare anche la qualità delle prestazioni. Avere il coraggio di intraprendere questa direzione significa cambiare il comportamento degli amministratori e “asciugare l’acqua” dove proliferano comportamenti di opportunismo e di clientelismo».
Salvo Butera
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