L’Istat, in collaborazione con Unioncamere nazionale, presenta una sintesi dei principali risultati del 9° Censimento generale dell’industria e dei servizi e Censimento delle istituzioni non profit, arricchita da confronti territoriali. Nel corso del convegno – organizzato dalla sede Istat per la Sicilia e dalla Camera di Commercio di Agrigento – sono illustrati il quadro d’insieme del tessuto produttivo siciliano e i principali cambiamenti intervenuti durante il periodo intercensuario. Inoltre, vengono analizzati il processo di rilevazione censuaria e le valutazioni delle innovazioni metodologiche, tecniche e organizzative introdotte nel censimento.
Imprese: dieci anni di trasformazioni
Al 31 dicembre 2011, le imprese attive in Sicilia sono 271.714, il 10,1% in più rispetto al 2001 (+8,4% la variazione a livello nazionale). Sotto il profilo territoriale, la crescita relativamente più sostenuta si rileva nelle province di Ragusa, Siracusa e Catania, con dinamiche superiori al 10%.
Le imprese occupano 440mila lavoratori dipendenti, 282mila indipendenti, 16mila esterni e circa 1.200 temporanei (ex interinali). Gli addetti nelle unità locali sono più numerosi di quelli complessivamente occupati dalle imprese con sede amministrativa nella regione: ciò indica la presenza in Sicilia di unità produttive di imprese con centro direzionale localizzato altrove e contribuisce a spiegare la ridotta dimensione media delle imprese siciliane (2,7 addetti per unità locale; 3,4 in Italia).
Le innovazioni legate a questa tornata censuaria consentono, per la prima volta, di restituire informazioni sulle caratteristiche demografiche dei dipendenti e sui principali aspetti del loro rapporto di lavoro: il 57,3% dei dipendenti ha la qualifica di operaio, il 35,6% di impiegato e il 4,7% di dirigente/quadro. La maggiore quota di operai, rispetto alla media nazionale, è in linea con la struttura produttiva che caratterizza la regione, in cui prevalgono le piccole imprese distrettuali.
Il 22% delle imprese con struttura aziendale (almeno 3 addetti) opera su mercati non esclusivamente locali: il 12% sul mercato nazionale e il 10% anche su quelli internazionali. La maggior propensione verso l’estero riguarda le imprese operanti nelle attività legali e contabilità (61,9%) e nella costruzione di edifici (52,6%).
Cresce il ruolo del non profit, il comparto più dinamico della regione
Le organizzazioni non profit attive in Sicilia al 31 dicembre 2011 sono 19.846 (+19,3% rispetto al 2001, anno dell’ultima rilevazione censuaria del settore). Nelle oltre 22 mila unità locali insediate nel territorio regionale operano circa 42 mila addetti, 15 mila lavoratori esterni e 235 mila volontari1. Rispetto al 2001, il personale dipendente cresce del 21%.
Il settore di attività di gran lunga prevalente è quello della Cultura, sport e ricreazione nel quale si concentrano oltre 12 mila istituzioni, pari al 61,7% del totale. I dipendenti, invece, sono impegnati per il 79% in altri tre settori: Assistenza sociale e protezione civile, Istruzione e ricerca e Sanità.
La forma giuridica più diffusa nel non profit, in linea con il resto del Paese ma con una maggiore dinamica espansiva, è quella dell’associazione non riconosciuta (67,8% delle istituzioni). Rispetto al 2001, le fondazioni e le cooperative sociali presentano gli incrementi maggiori nel numero di istituzioni (rispettivamente 86,4% e 45,9%).
Il ruolo del volontariato è un elemento cardine del non profit siciliano, in particolare nel settore della Cultura, sport e ricreazione, dove si concentra il 56% circa del volontariato della regione.
L’inversione di tendenza nella pubblica amministrazione regionale
Al 31 dicembre 2011, sul territorio siciliano si contano 705 istituzioni pubbliche, il 24,6% in meno rispetto alla precedente rilevazione del 2001. La riduzione è legata a una serie di interventi normativi e di processi di razionalizzazione, i quali hanno portato negli anni alla trasformazione di alcuni enti da soggetti di diritto pubblico a soggetti di diritto privato e all’accorpamento tra istituzioni diverse.
Nel 2011 i dipendenti attivi nelle circa 9mila unità locali della regione sono oltre 276mila, al netto dei militari e delle forze di polizia, 29mila meno del 2001. Nelle unità locali dell’Amministrazione dello Stato (comprese le scuole) gli addetti diminuiscono del 18,9%. Tra le amministrazioni locali, sono le Altre istituzioni pubbliche (Camere di Commercio, Ordini e collegi professionali, Università ed enti di ricerca) ad avere accusato la più forte contrazione del numero di addetti (-24,4%) mentre per le Aziende ed enti del servizio sanitario nazionale la flessione è notevolmente più contenuta (-3%). I Comuni, la Regione e le Province, invece, nel decennio hanno aumentato i loro addetti (+11,1% i primi, +10,0% la seconda e +8,1% le terze).
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