Sono circa 50 mila. Sono gli addetti alle pulizie dei tanti enti pubblici in Sicilia. Svolgono questa attività da decenni attraverso appalti dati dalle amministrazioni pubbliche a piccoli imprese di pulizia che cambiano nel tempo ma riutilizzano sempre il medesimo personale ormai qualificato. Quasi tutti hanno un impiego part-time ed uno stipendio estremamente basso. Tutti, adesso, potrebbero perdere il lavoro in massa perché l’amministrazione non procede al rinnovo dei bandi di servizio. I lavoratori oggi sono in piazza per sostenere l’audizione dei loro rappresentanti davanti la Commissione Lavoro dell’Ars.
“Occorre tutelare il sistema di efficienza e qualità che si è sviluppato negli anni – dice Luca Sammartino capogruppo di Articolo 4 e segretario della Commissione Lavoro – ed evitare di mettere in crisi ‘volontariamente’ un altro settore”.
“Le aziende siciliane – prosegue Sammartino -. Vanno tutelate ed aiutate a creare occupazione non messe in ulteriore difficoltà generando nuove ed evitabili tensioni sociali”.
“Negli ultimi anni la Sicilia ha perso lavoro e produttività con una velocità più che allarmante. Alla crisi della grande industria metalmeccanica e chimica, da Fiat ad Eni passando per Keller – Ansaldo Breda, ed a quella del manifatturiero nel privato, abbiamo aggiunto la Formazione professionale nel settore pubblico ed ora il settore delle pulizie”.
“Adesso basta! E’ ora che il governo inverta la tendenza e venga incontro alle aziende per creare lavoro e sviluppo per una terra che lo chiede a gran voce”.
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