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Bocciata la proroga dei precari degli enti locali, ecco la relazione della Ragioneria di Stato

La Regione Siciliana avrebbe dovuto reperire le risorse per finanziare le proroghe dei rapporti di lavoro a tempo determinato attraverso “apposite misure di riduzione e razionalizzazione della spesa certificate dagli organi di controllo interno”. Ma alla Ragioneria di Stato questo non risulta e perciò ha bocciato la norma che prorogava i contratti dei precari. Ma non solo: si sarebbe dovuta operare anche una riduzione dei precari e, inoltre, prorogare 18 mila contratti andava contro la politica di riduzione dei costi del personale.

La relazione della Ragioneria di Stato del 18 ottobre 2013 sulla norma dei precari in Sicilia fa riferimento all’art. 14, coma 24 bis, del decreto-legge n. 78 del 2010 che “espressamente prevedeva che le risorse per finanziare le proroghe dei rapporti di lavoro a tempo determinato ivi previste fossero reperite attraverso ‘apposite misure di riduzione e razionalizzazione della spesa certificate dagli organi di controllo interno’. Non risulta che tali misure siano state adottate, né in relazione tecnica si fa cenno alle stesse. In assenza di tali risparmi di spesa, un’ulteriore proroga generalizzata a tempo determinato appare difficilmente sostenibile in termini finanziari”.

Una bacchettata arriva anche sul numero dei precari: “Il. bacino dei destinatari della noma ammonta, per la sola regione Sicilia, a circa 18.000 unità. Tale bacino non si è significativamente ridotto nell’ultimo triennio”. Inoltre, la norma (si tratta dell’art. 4, commi 9, ultimo periodo e 9-bis) “determina effetti di aumento della spesa complessiva di personale degli enti locali”, mentre “attualmente, in linea con le indicazioni della Corte dei Conti della Sicilia, le spese del personale di cui trattasi sono considerate d’interno della spesa complessiva soggetta a vincoli di contenimento” e oltretutto avrebbe un “effetto espansivo della spesa complessiva di personale, con effetti fortemente negativi per gli equilibri di bilancio degli enti”. Insomma, non potendosi conteggiare la spesa per i precari al di fuori del Patto di Stabilità, questa norma farebbe inevitabilmente sforare tutti gli enti locali interessati.

In conclusione, sostiene la relazione dell’organo statale “un ulteriore regime generalizzato di proroga pone, inoltre, le basi per una futura inevitabile stabilizzazione, per la quale non sembrano sussistere adeguate risorse. Si ricorda che in più occasioni la regione Sicilia – destinataria principale della disposizione in esame – ha esplicitato la propria situazione di forte sofferenza finanziaria, rivolgendo richieste di finanziamenti ulteriori allo Stato”.

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