E’ stato pubblicato il sesto Atlante dell’Infanzia (a rischio) “Bambini senza. Origini e coordinate delle povertà minorili”, di Save the Children – l’Organizzazione internazionale indipendente dedicata dal 1919 a salvare i bambini e difenderne i diritti.
La Sicilia è tra le regioni italiane quella con il più alto tasso di dispersione scolastica (24%) e con la percentuale più bassa, molto al di sotto della media nazionale, di tempo pieno nella scuola primaria (8,1% contro 31,6%) e spesa per i servizi sociali destinati a famiglie e minori (70 euro procapite sui 113 in Italia).
In Sicilia piu’ di un alunno di quindici anni su 3 non raggiunge il livello minimo di competenze in matematica (37,3% su 24,7%, dato nazionale) e quasi 1 su 3 in lettura (29,6% su 19,5% in Italia) (mappa sul deficit di competenze), circa 7 bambini e adolescenti su 10 tra i 6 e i 17 anni non hanno letto un libro nel 2014. Sono poi oltre 500.000 i giovani (15-29 anni) che, dal 2002 al 2013, hanno deciso di trasferirsi al Nord per trovare lavoro e condizioni di vita migliori. Un quinto di questi, cioe’ 123.968, sono siciliani. Per la gran parte laureati. In Sicilia un bambino su 12, che frequenta la scuola primaria, ha il tempo pieno a scuola (8,1% su una media nazionale del 31,6%) e nel 49% degli istituti scolastici principali non c’e’ il servizio mensa. Quasi 1 su 4 (24%) dei giovani tra i 18 e i 24 anni non ha concluso un ciclo di studi superiore ne’ un corso di formazione professionale.
Se si considera l’investimento nei servizi erogati dai Comuni, emergono allarmanti differenze: si va dai 242 euro pro-capite di spesa per l’area famiglia e minori in Trentino ai 20 euro pro-capite della Calabria, 70 in Sicilia, a fronte di una media nazionale di 113 euro . A livello provinciale, colpiscono le disparita’ tra i 393 euro pro-capite di Trieste e i 350 di Bologna e gli 8 euro a testa di Vibo Valentia, i 18 di Crotone, i 20 di Cosenza e Avellino, 47 di Messina, 51 di Siracusa e Caltanissetta, 61 di Enna, 68 di Agrigento, 69 di Trapani e Catania, 74 di Ragusa, 90 di Palermo.
ILLEGALITA’. Migliaia di minori pagano un prezzo altissimo all’illegalità e corruzione che pervade i territori in cui vivono: almeno 85 i bambini e adolescenti incolpevoli uccisi dalle mafie dal 1896 ad oggi – come racconta la prima mappa realizzata in base ai dati forniti dall’associazione Libera – di cui 31 in Sicilia (18 solo a Palermo), e molti di più coloro che hanno assistito all’uccisione di familiari, ritrovatisi orfani o adescati e arruolati giovanissimi nelle file della criminalità organizzata. Sono 546.000 gli under 18 – il 5,4% della popolazione 0-17 anni, con picchi del 17,4 % a Caltanissetta e 16,3 % a Palermo – nati e cresciuti in uno dei 153 comuni sciolti per mafia negli ultimi 17 anni (mappa dei Minori senza Consigli e Nascere nella Locride), soprattutto al Sud ma anche al Centro e Nord Italia. La Sicilia, dopo la Puglia, è la regione col numero maggiore di minacce e intimidazioni agli amministratori locali (70 su 351 in Italia) e ha tra gli indici più alti di presenza mafiosa (58,2 a Palermo, 53,18 a Caltanissetta).
Spiega Valerio Neri, direttore generale Save the children Italia: “Le mafie e i fenomeni corruttivi esercitano una violenza diretta e indiretta sui minori. Possono causarne la morte ma anche bloccare il loro sano sviluppo coinvolgendoli precocemente in attivita’ criminose e allontanandoli da scuola. Distorcono le economie e il mercato del lavoro, rendendoli accessibili solo a chi accetta le logiche dell’illegalita'”. Save the Children ha aperto in 8 regioni 13 Punti Luce e altri 3 saranno inaugurati il 20 novembre. Sono piu’ di 4.500 i minorenni che li frequentano o vi sono entrati in contatto in un solo anno, dall’avvio delle attivita’, di cui 560 a Palermo e a Catania.
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