Il Teatro Politeama Garibaldi di Palermo questa mattina ha respirato un silenzio speciale, denso di commozione e memoria. Alle 11, nel giorno in cui avrebbe compiuto gli anni, la città ha reso omaggio ad Antonio Montinaro, capo scorta di Giovanni Falcone, ucciso il 23 maggio 1992 a Capaci. Sua moglie, Tina Montinaro, ha trasformato il ricordo e il dolore in una fondazione che porta il suo nome e che promette di sostenere studenti e famiglie, costruendo opportunità concrete.
L’atmosfera in sala
Il Politeama, gremito di studenti e autorità, si è trasformato in un luogo di raccoglimento e di promessa. A moderare la cerimonia, il regista Mauro Parissone. In prima fila il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il capo della Polizia Vittorio Pisani, la presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo, il presidente della Regione Renato Schifani, il sindaco Roberto Lagalla e numerosi rappresentanti delle istituzioni civili, militari e religiose.
Colosimo: “I giovani in prima linea”
A rompere il silenzio, con voce decisa, è stata la presidente dell’Antimafia Chiara Colosimo:
“Un momento così importante, nel giorno del compleanno di Antonio, ci ricorda che senza una prima linea di giovani, anzi di giovanissimi, la lotta alla mafia rischia di fare grandi passi indietro.”
Colosimo ha poi annunciato la prossima missione della Commissione a Catania, sottolineando che “nessuna nuova faida potrà mai mettere paura allo Stato”.
Piantedosi: “Palermo cresce nel senso civico”
Il ministro Piantedosi, con tono pragmatico, ha colto l’occasione per sottolineare il cambiamento in corso:
“Registro una crescita del senso civico a Palermo: i cittadini chiedono con forza interventi contro la criminalità urbana. Ed è importante che siano un pungolo costante per le istituzioni.”
Schifani: “Un atto d’amore e di speranza”
Il presidente della Regione Renato Schifani ha voluto dare un significato collettivo alla nascita della Fondazione:
“Ricordiamo oggi Antonio Montinaro come uomo dello Stato e simbolo di coraggio e dedizione. La Fondazione che porta il suo nome non è solo memoria, ma un atto d’amore e speranza per tanti cittadini, soprattutto i giovani e le famiglie in difficoltà. La Regione sarà al fianco di Tina Montinaro in questo percorso.”
Tina Montinaro: “Per le famiglie poco è stato fatto”
Quando prende la parola, Tina Montinaro non cerca applausi ma verità:
“Sono state fatte delle cose per i criminali, non per le famiglie delle vittime. Tutto ciò che abbiamo ottenuto lo dobbiamo al nostro impegno, non a quello delle istituzioni. Ma se davvero vogliamo cambiare, dobbiamo stare tutti dalla stessa parte.”
Le sue parole, forti e vibranti, si accompagnano all’annuncio delle iniziative: borse di studio per i ragazzi, sostegno alle famiglie, progetti di educazione alla legalità.
Un patto per il futuro
Il sindaco Roberto Lagalla ha definito la Fondazione “un patrimonio della città”, il senatore Raoul Russo ha parlato di “battaglia da combattere con gente come Tina, che dedica anima e corpo alla causa”.
Quando il sipario si chiude, il sole di mezzogiorno illumina piazza Ruggero Settimo. Palermo sembra più consapevole, più coesa. La Fondazione Montinaro non è solo un simbolo: è la prova che la memoria può diventare azione, che il dolore privato può trasformarsi in bene comune.
E che la lotta alla mafia non appartiene al passato, ma al presente e al futuro delle nuove generazioni.
