All’indomani dell’avvio del cosiddetto semestre filtro per l’accesso alle facoltà di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria, emergono già le prime gravi irregolarità. L’esperimento, pensato per selezionare gli studenti prima dell’ammissione definitiva ai corsi di laurea, sta sollevando più dubbi che certezze, tra mancanza di chiarezza normativa, disuguaglianze e difficoltà organizzative.
Obbligo di frequenza senza regole chiare
Il nodo principale riguarda l’obbligo di frequenza. Il Ministero non ha fissato alcuna soglia di assenze, demandando la decisione ai singoli Atenei. La maggior parte delle università ha scelto di imporre la presenza in aula, ma senza definire in modo chiaro quante assenze siano tollerate. Una situazione che genera incertezza tra gli studenti, soprattutto per chi deve conciliare studio e vita familiare o lavorativa.
Emblematico il caso di una neo mamma che racconta di non sapere se l’inserimento del figlio alla scuola materna, con conseguenti inevitabili assenze, possa compromettere il suo percorso. A Udine, una studentessa già laureata in infermieristica e madre di una bambina di sei mesi si è vista negare l’esonero dalle lezioni: le è stato impedito di seguire online, perché il privilegio sarebbe riservato solo a chi dimostra “gravi e documentati motivi”.
Aule virtuali e piattaforme in tilt
Non mancano problemi anche sul fronte tecnologico. A Tor Vergata diversi studenti denunciano l’impossibilità di accedere alle aule virtuali e segnalano segreterie irraggiungibili, con totale assenza di supporto. A Salerno, invece, le lezioni vengono regolarmente interrotte a causa del sovraccarico della piattaforma Teams, incapace di reggere il numero elevato di connessioni simultanee: centinaia di studenti restano così esclusi.
Un “semestre” che dura due mesi
Altro punto critico è la struttura stessa del semestre filtro, che di fatto si riduce a un bimestre intensivo. Le materie fondamentali – Biologia, Chimica e Fisica – vengono condensate in poche settimane, con esami anticipati a novembre anziché a febbraio. Gli studenti si trovano a seguire sei ore di lezioni al giorno, senza il tempo necessario per prepararsi adeguatamente al concorso che determinerà il loro futuro accademico.
Avvocati in campo: “Sistema confuso e iniquo”
Le criticità non sono sfuggite al mondo legale. “Il semestre filtro sta mostrando tutte le sue contraddizioni: non garantisce parità di trattamento, non assicura trasparenza e rischia di trasformarsi in un ostacolo insormontabile anche per chi, pur avendo merito e determinazione, si trova in condizioni di vita diverse dalla media”, dichiarano gli avvocati Francesco Leone e Simona Fell, soci fondatori dello studio legale Leone-Fell & C. “Continueremo a raccogliere le segnalazioni e a denunciare le irregolarità, affinché il diritto allo studio venga garantito e non sacrificato da un sistema confuso e iniquo”.
Il semestre filtro, nato con l’intenzione di rendere più selettivo e meritocratico l’accesso a Medicina, rischia così di diventare l’ennesima prova di resistenza burocratica e organizzativa per gli studenti italiani.
