Nella giornata di ieri la Corte d’Assise d’Appello ha condannato a 15 anni di reclusione l’ex carabiniere Davide Corallo, di Giarratana, per l’omicidio del cuoco modicano Peppe Lucifora avvenuto il 10 novembre del 2019. In primo grado Corallo era stato assolto, ma adesso tutto è cambiato avendo, la Corte, accolto le ragioni della Procura Generale. Lucifora, lo ricordiamo, è morto strangolato da una mano sola .
L’attenzione dei militari si concentrò presto sul carabiniere in servizio a Buccheri che venne arrestato per poi essere assolto in primo grado. Corallo adesso è stato condannato anche al pagamento delle spese processuali, all’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici, in stato di interdizione legale durante l’esecuzione della pena e sospeso per pari periodo dall’esercizio della responsabilità genitoriale. I fratelli di Lucifora si erano costituiti in giudizio con l’avvocato Ignazio Galfo. Corallo è stato, inoltre, condannato al risarcimento dei danni in favore delle parti civili da liquidarsi in serpata sede civile, nonchè al pagamento di una provvisionale di 10 mila euro per ognuno dei tre congiunti della vittima.
PARLANO GLI AVVOCATI DELLA VITTIMA E DELL’IMPUTATO
“La soddisfazione è tanta perchè abbiamo ottenuto quello che chiedevamo”. Così l’avvocato Ignazio Galfo, legale della famiglia Lucifora, ha commentato la sentenza della Corte d’Assise. Alla domanda, ai microfoni di Canale 74, su cosa abbia potuto far riformare la sentenza di primo grado, Galfo ha risposto:
“Sotto un certo punto di vista secondo me non c’era niente da svoltare perchè la sentenza di primo grado non era condivisibile. Secondo me comunque un elemento di svolta è stato dato dalla perizia disposta dalla Corte d’Assise d’Appello, inviata dai Ris di Roma, che hanno allargato i riscontri sui reperti biologici dell’imputato sui luoghi del delitto. Quindi più che una scolta c’è stato un arricchimento del materiale probatorio”. Per la difesa ha invece parlato l’avvocato Piter Tomasello che ha dichiarato di attendere le motivazioni della sentenza e che si sta valutando la possibilità del ricorso in Cassazione.
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