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Mafia, condannato in appello Ciro Caravà, ex Sindaco di Campobello di Mazara

Mafia, condannato dalla  Corte d’appello di Palermo a 9 anni l’ex sindaco di Campobello di Mazara (Tp) Ciro Caravà, per concorso in associazione mafiosa. Accusa dalla quale l’ex primo cittadino era stato assolto in primo grado, il 6 febbraio 2014, dal Tribunale di Marsala (collegio presieduto da Gioacchino Natoli). Caravà, 56 anni, arrestato il 16 dicembre 2011, era alla guida di una giunta di centrosinistra. Il Comune venne stato sciolto per infiltrazioni mafiose il 27 luglio 2012.

Andava in giro proclamando l’antima­fia e la legalità, Caravà,inaugurava il riuso di beni confiscati, nel frattempo si scusava con i boss e questi commentavano come lui recitasse molto bene la parte.

Ciro Caravà è figlio e nipote di mafio­si, tutti e due, padre e zio, sono stati am­mazzati, politicamente Caravà ha fre­quentato quasi tutti i partiti, cominciando dal Pci, passando per Forza Italia o per il movimento dell’ex segretario cislino D’Antoni, in ultimo era approdato al Pd ed era stato ricandidato dal Pd sebbene sul suo conto i sussurri erano diventati vere e proprie urla.

Il processo  sul suo conto ne racconta tante, a cominciare dal pre­giudicato che regolarmente stazionava nella sua anticamera, in Municipio, tale Gaspare Lipari, poi nella sua stanza di sindaco, Ciro Caravà teneva in bella mo­stra le foto di Falcone e Borsellino.

Cosa bisogna avere nel curriculum per diventare sindaco? Probabilmente tutto quello che aveva Ciro Caravà, a comin­ciare dai precedenti penali, innumerevoli: precedenti per assegni a vuoto, esercizio pubblico senza licenza dell’autorità, fur­to, frode dell’imposta erariale sul consu­mo del gas ed energia elettrica, violazio­ne delle disposizioni concernenti le im­poste di consumo del gas e dell’energia elettrica, da ultimo è stato rinviato a giu­dizio per estorsione assieme a due consi­glieri comunali.

 

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