La Sicilia diventa protagonista, non è un semplice sfondo, ma un luogo narrativo, anzi il luogo per eccellenza che determina le storie. Tra i film più attesi dei prossimi mesi c’è L’Odissea di Christopher Nolan, un’epopea monumentale che si preannuncia già tra gli eventi cinematografici del decennio. Fino ad arrivare al prossimo capitolo di Avatar di James Cameron che avrebbe scelto Stromboli, l’isola vulcano delle Eolie, come una delle location.
Nel frattempo, anche altri registi scelgono la Sicilia non come esotismo, ma come radice. Tra i titoli più recenti figurano Queer, diretto dal palermitano Luca Guadagnino, e The End di Joshua Oppenheimer, prova ulteriore che l’isola non è solo un luogo dove girare, ma un serbatoio narrativo dalle mille sfumature.

Dal cinema al turismo: l’effetto Sicilia
La Sicilia è stata “poesia filmata” molto tempo prima che Hollywood la scoprisse: c’è Michelangelo Antonioni che con L’Avventura (1960) ci invita a perderci tra le geometrie di roccia delle Eolie, trasformando l’isola in labirinto sentimentale; e c’è la tradizione italiana che torna a casa attraverso Luchino Visconti, oggi rievocato dalla nuova serie dedicata a Il Gattopardo, ennesima prova che il racconto della Sicilia non smette mai di reinventarsi.
A dare ulteriore impulso alla nuova corsa verso il turismo cinematografico internazionale è stata The White Lotus, la serie HBO che ha trasformato in location da sogno i resort più iconici del pianeta, tra cui Taormina, con il San Domenico Palace – oggi Four Seasons – diventato un simbolo globale di lusso e identità mediterranea. Dopo la messa in onda, le prenotazioni sono schizzate alle stelle. Non si è trattato soltanto di una vetrina televisiva, ma di un vero caso di marketing territoriale involontario, in grado di mostrare come la Sicilia possa trasformarsi in una destinazione di immaginario collettivo.
Set mediterranei per storie senza tempo
Il regista britannico si prepara dunque a riportare sullo schermo uno dei racconti fondativi dell’Occidente, con una produzione imponente: dopo quasi tre mesi di riprese, più di mezzo milione di metri di pellicola e location selezionate con cura quasi archeologica, trasformando i paesaggi in capitoli narrativi. La tradizione omerica colloca alcune tappe di Ulisse in Sicilia, e Nolan ha scelto proprio l’isola per ricreare momenti del viaggio del re di Itaca: scenari che sembrano pronti ad accogliere mostri, approdi insidiosi e misteri.
Lo sguardo di Hollywood, però, non si ferma qui. James Cameron avrebbe individuato Stromboli come possibile fonte d’ispirazione per il prossimo Avatar: un paesaggio vulcanico che, con le sue forme scolpite dal magma, potrebbe dare vita a una nuova Pandora, dove la fantascienza nasce dalla realtà più selvaggia.
Così, nel gioco tra mito e produzione, tra pellicola e streaming, la Sicilia continua a essere ciò che è sempre stata: una sceneggiatura naturale. Ogni scoglio, ogni piazza, ogni strada racconta una storia millenaria pronta a dialogare con le immagini del futuro. E a competere con Hollywood non con gli effetti speciali, ma con ciò che nessuno può replicare: un’identità culturale unica, che trasforma ogni paesaggio in racconto.
