La miccia è esplosa in poche ore: una mobilitazione senza precedenti che ha portato oltre 2.500 studenti del semestre filtro a firmare la diffida inviata al Ministero dell’Università e della Ricerca dal Comitato “Medicina Senza Filtri”, sostenuto da Radicali Italiani, Dispenso Academy, Acquirenti APS e dallo Studio Legale Leone-Fell & C..
Una reazione collettiva nata dopo il caos della prova del 20 novembre, segnato – secondo centinaia di testimonianze – da controlli disomogenei, uso di dispositivi elettronici, vigilanza insufficiente e gestione fuori controllo in molte sedi italiane.
La diffida, un documento di oltre venti pagine firmato da studenti di tutta Italia, raccolto e depositato dagli avvocati Francesco Leone, Simona Fell e Rosy Floriana Barbata, punta il dito su un sistema di accesso che gli stessi autori definiscono “viziato, non uniforme e lesivo del principio di pari opportunità”
Nel mirino la prova del 20 novembre: “Anomalie gravi, il Ministero indaghi e annulli”
Dalle testimonianze e dal materiale allegato alla diffida emergono quattro criticità principali, già elencate nelle premesse dell’atto:
- assenza di metal detector in molti atenei;
- introduzione e utilizzo di smartphone, smartwatch e altri dispositivi da parte dei candidati;
- foto e video dei quesiti scattati durante la prova e diffusi sui social in tempo reale;
- commissioni di vigilanza non intervenute di fronte alle irregolarità documentate.
Il documento richiama anche la nota ufficiale con cui il MUR ha ammesso la diffusione online delle immagini della prova, affermando che gli atenei avrebbero dovuto individuare i responsabili e procedere all’annullamento secondo regolamento.
Una presa d’atto, secondo gli studenti, che conferma la gravità della situazione.
La richiesta principale è netta:
annullare la prova del 20 novembre e avviare immediate indagini sui candidati che avrebbero usato dispositivi elettronici, come previsto dalle norme.
Il cuore della mobilitazione: scegliere il punteggio migliore tra 20 novembre e 10 dicembre
Ma la vera battaglia è un’altra: consentire agli studenti di scegliere il punteggio più alto tra la prova del 20 novembre e quella del 10 dicembre.
Una possibilità già prevista negli anni precedenti per i TOLC, ma esclusa dal nuovo semestre filtro, che obbliga i candidati a confermare o rinunciare al voto del 20 novembre prima ancora di conoscere l’esito della prova successiva.
Per il Comitato, questa regola “costringe i ragazzi a scegliere al buio”, proprio dopo una prova definita caotica e non equa.
La soluzione proposta è semplice: ripristinare un diritto già esistente, permettendo agli studenti di scegliere l’esito più favorevole tra i due appelli.
“È una richiesta di buon senso – dichiara il Comitato –. Gli studenti non possono essere penalizzati due volte: prima da una prova irregolare, poi da un meccanismo che impedisce di scegliere il punteggio migliore. In poche ore abbiamo raccolto oltre 2.500 firme: il Ministero ascolti.”
Misure urgenti per il 10 dicembre: controlli uniformi e protocolli chiari
La diffida chiede inoltre interventi immediati per garantire il corretto svolgimento della prova del 10 dicembre, tra cui:
- adozione obbligatoria di metal detector;
- controlli omogenei in tutti gli atenei;
- protocolli chiari e unificati per gestire ingresso, vigilanza e irregolarità;
- pubblicazione della graduatoria provvisoria, finora non comunicata.
Il documento sottolinea come l’assenza di regole uniformi abbia già prodotto forti diseguaglianze tra candidati di diverse sedi, minando la credibilità dell’intero impianto del semestre filtro .
Una protesta che cresce: “Vogliamo un percorso trasparente e meritocratico”
Il Comitato continua a raccogliere adesioni e testimonianze, pronto – come si legge nel documento – a “intraprendere ogni iniziativa utile per ristabilire legalità ed equità nell’accesso ai corsi di Medicina e Odontoiatria”.
L’obiettivo dichiarato è chiaro:
- regole uguali per tutti,
- controlli credibili,
- diritto a scegliere il miglior risultato possibile,
- appelli realmente comparabili e non condizionati da irregolarità.
Il 10 dicembre sarà il banco di prova decisivo.
Gli studenti chiedono che questa volta non ci siano zone d’ombra né disparità.
E soprattutto che il Ministero risponda a una domanda semplice e legittima:
come garantire pari diritti e pari chance a migliaia di giovani italiani che si giocano il loro futuro?
