Siamo alle solite! La Sicilia, che nei dibattiti pubblici si pone (o dice di voler porsi) come produttore di eccellenze, soprattutto nell’agroalimentare, continua imperterrita a non considerare, nella giusta luce, l’importanza e la centralità della comunicazione come strumento indispensabile per la commercializzazione dei propri prodotti.
L’ennesima riprova è data dal bando pubblicato dal Consorzio di Tutela Arancia Rossa IGP.
Il bando recita, nella parte introduttiva, “concorso di idee per la realizzazione della nuova brand identity, che consenta di identificare l’Ente, la sua attività e valorizzi l’identità aziendale. Il concorso non ha carattere professionale. A tutti i partecipanti si chiede di proporre una versione del logotipo che dovrà essere caratterizzato da originalità, immediatezza comunicativa, flessibilità di utilizzo e dovrà richiamare l’Arancia Rossa.”
Il “premio” al titolare del progetto vincitore, è quantificato in euro 600 (seicento) sic!
Dopo una lettura del bando, alcune considerazioni sono d’obbligo:
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L’incipit del bando tiene a sottolineare che “il concorso non ha carattere professionale”, non si comprende quindi come il concorso sia rivolto a “… i professionisti del settore e i laureati regolarmente o iscritti a Università, Master e/o a scuole di specializzazione post diploma in Architettura, Design e Arti, Moda, Grafica Pubblicitaria, Disegno Industriale, Relazioni Pubbliche, Comunicazione e Marketing e studi affini.”
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Quale professionista, degno di tale qualifica, può essere disponibile a prestare la propria opera, per un corrispettivo economico che non corrisponde minimamente al valore di mercato di un logo rispetto al valore di mercato di un logo che deve rappresentare positivamente ed in maniera accattivante uno dei prodotti più rappresentativi della Sicilia nel mondo?
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Non è esplicitato, peraltro, se lo stesso valore economico, sia comprensivo o escluso di I.V.A. (nel primo caso, come noto, la stessa incide per il 22%, riducendo quindi il “premio” ad euro 491,803). Questa cifra andrà poi epurata da imposte e tasse, che riducono ulteriormente l’importo del “premio”
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“La commissione giudicatrice sarà composta dal Presidente del Consorzio e dai rappresentanti del personale del Consorzio e del Consiglio di Amministrazione”: nessun esperto di comunicazione quindi, sembrerebbe far parte della commissione che, presumibilmente, valuterà gli elaborati su aspetti meramente estetico/formali, che nulla potrebbero avere a che vedere con aspetti di carattere tecnico, come ad esempio, approccio semantico, capacità comunicativa, aderenza del logo ai target di riferimento (di cui peraltro non i fa cenno nel bando)
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Non si fa cenno ad alcuna strategia commerciale e di prodotto che possano definire le linee guida per una corretta progettazione della image identity richiesta.
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Potremmo continuare, ma riteniamo questi pochi elementi, già sufficienti a descrivere il pressappochismo e la superficialità con cui, per l’ennesima volta, si affronta il tema della comunicazione, da parte di Enti che, forse per cattiva o scarsa conoscenza del mercato, ritengono ancora che il prodotto “da solo” sia in grado di affrontare le sfide dei mercati. In un mondo dove l’immateriale fa la parte del leone e la creazione di valore aggiunto sui prodotti, agroalimentari e non, sta alla base di ogni case history di successo, la Sicilia continua ad essere, quantomeno sul fronte della comunicazione, vaso di coccio tra vasi di ferro.
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