Si scrive “fondo di rotazione” ma si legge costi durissimi per i cittadini, e non solo in termini di tasse. La Cgil disegna uno scenario duro ma chiaro: sarà bloccata la dotazione organica del Comune, i precari rischieranno di restare a casa, le tasse aumenteranno ulteriormente, i rapporti con le partecipare saranno chiusi, la vendita degli immobili sarà necessaria. Peccato che il Comune di Catania ci abbia già provato, ma con esiti praticamente nulli.
Stamattina è stata la Camera del lavoro e la Funzione pubblica Cgil a rivelare quello che sta per accadere a Catania affinché il dissesto venga scongiurato. Per il sindacato, insomma, lo stato di “predissesto” avrà dei risvolti che i cittadini per adesso non conoscono.
All’incontro di oggi in via Crociferi, nel corso del quale il segretario confederale Giacomo Rota, il segretario della Fp Cgil Gaetano Agliozzo, insieme ai segretari di categoria Gaetano Algozzino e al rappresentante della RSU del Comune di Catania Gaetano Celano, hanno raccontato nei minimi dettagli il “costo”, anche sociale, dell’operazione; è stato cioè sottolineato che “la richiesta del Fondo di rotazione non comporta solo lati positivi, quali il tanto decantato finanziamento dei circa 60 milioni di euro che lo Stato potrebbe erogare. Occorre far sapere che il decreto prevede anche un diniego della richiesta, legato ad inottemperanze e/o ritardi nel piano di riequilibrio finanziario, a seguito del quale ne conseguirebbe l’attivazione delle procedure previste per il dissesto stesso. Quali soluzioni strategiche ha intrapreso l’amministrazione per scongiurare tale possibile scenario?”.
In caso di diniego al fondo di rotazione, l’alternativa sarebbe però il dissesto. Secondo la Cgil, infatti, non esisterebbe una terza via. “La CGIL, la Funzione Pubblica CGIL e le R.S.U. CGIL del Comune di Catania, sono fortemente preoccupate per la decisione che l’amministrazione comunale intende perseguire avviando le procedure per la richiesta del Fondo di rotazione. – hanno sottolineato Rota e Agliozzo- L’amministrazione in sede di riunione nel corso della quale affermò l’inesistenza di debiti fuori bilancio (cosa che invece non è) ha dichiarato di voler istituire, più di un mese fa, dei tavoli tecnici per il percorso da intraprendere con le organizzazioni sindacali sulle problematiche connesse alla situazione del Comune di Catania. Prendiamo atto che ad oggi, ha perseguito l’obbiettivo autonomamente, senza curarsi di confrontarsi sulle ricadute negative che tali procedure comporteranno ai cittadini, ai servizi ed al personale”.
Cgil e Fp Cgil, in un documento consegnato alla stampa, sottolineano le questioni alle quali l’amministrazione comunale deve dare una risposta. Eccole:
L’amministrazione, secondo quanto previsto dal decreto, può dopo la corretta presentazione del piano di riequilibrio finanziario, procedere all’assunzione di mutui per la copertura di debiti fuori bilancio. Ciò comporterebbe almeno per un decennio un pesante mutuo a valere sul bilancio dell’anno successivo. L’amministrazione intende avvalersi di tale possibilità? E se si, per accendere mutui di quale entità economica? Forse su un totale di 60 milioni di euro ai quali andrebbero aggiunti i recenti 22 milioni di euro?
L’ente è altresì obbligato all’alienazione dei beni patrimoniali disponibili non indispensabili, cosa che era già stata deliberata nel 2009 come programma di risanamento delle casse comunali, ma che ad oggi non ha sortito i risultati economici rilevanti. Quali “nuove” procedure si attiveranno per realizzare tale alienazione, considerato che in un triennio molte delle gare di vendita bandite sono andate deserte?
La richiesta per l’accesso al Fondo di rotazione prevede l’obbligo da parte dell’amministrazione comunale nella redazione del piano triennale di riequilibrio economico, di deliberare le aliquote e/o tariffe dei tributi locali nella misura massima prevista dalla normativa ed anche in deroga alla stessa. L’amministrazione ha informato i cittadini dei costi ai quali andranno incontro con l’aumento di tali aliquote? Il decreto prevede altresì la riduzione della spesa di almeno il 10% (in un triennio) per prestazione dei servizi ed almeno il 25% delle spese per trasferimenti. Quali servizi intenderà ridurre il Comune di Catania per il prossimo triennio? Ed i costi dei servizi a domanda individuale saranno anch’essi aumentati? In che percentuale?
L’Ente è obbligato al blocco dell’indebitamento, come pensa l’amministrazione di attuare tale condizione per il futuro?
L’amministrazione, come previsto dal decreto legge, deve obbligatoriamente rideterminare la dotazione organica senza poterla variare in aumento per tutta la durata del piano di rientro. Fermo restando che ancor oggi non ha sottoposto alle organizzazioni sindacali. tale rideterminazione, come intende porsi nei confronti di una eventuale stabilizzazione del personale a tempo determinato ancora presente nell’Ente? Ha informato i dipendenti di tale impossibilità futura?
L’Ente ha altresì l’obbligo, a decorrere dall’esercizio finanziario successivo, di ridurre le spese del personale, da realizzare in particolare attraverso l’eliminazione dei fondi per il finanziamento della retribuzione del personale dipendente e dirigente. Queste condizioni, trattandosi di contrattazione sindacale ad oggi ancora non sono state sottoposte ai sindacati, “ma ci perviene notizia che l’amministrazione intenda postare in Consiglio Comunale la delibera per la richiesta del Fondo di Rotazione, con annesso piano di riequilibrio finanziario, per l’approvazione del Consiglio, senza aver dato modo alle organizzazioni sindacali di esprimersi in merito.
“Alla luce di tali quesiti, che siamo certi non avranno risposta da parte dall’amministrazione, – conclude la nota- invitiamo tutti alla riflessione su questi temi, per vigilare affinché il rimedio che si intende utilizzare per un ente malato non diventi peggiore della malattia”.
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