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I conti della Sicilia, lo scontro non è governo – sindacati ma Crocetta – Baccei….

Last updated on 7 marzo 2021

Altra giornata tesa, ieri, sul fronte dei rapporti tra governo regionale e sindacati, con il governatore Crocetta che ha tentato fino all’ultimo di mediare con i dipendenti regionali per evitare lo sciopero di domani, 20 Marzo, e l’assessore Baccei che non ha arretrato di un millimetro la sua posizione. Perchè la verità è questa: quello in atto non è uno scontro tra Regione e sindacati, ma è un nuovo scontro politico tra Crocetta e l’assessore imposto da Delrio. Baccei sostiene infatti che i tagli sono necessari, solo così da Roma potrebbero arrivare aiuti stimati in due miliardi di euro, e se anche così fosse, comunque, ci sono altri 900 milioni di euro da recuperare per evitare la bancarotta delle casse pubbliche in Sicilia.

Ieri c’è stato il vertice tra governo e sindacati. Crocetta era intenzionato a mediare.  Ma questi tagli (600 dirigenti in meno, prepensionamenti, sostanziale parificazione tra regionali e statali) sono il cuore della Finanziaria di Baccei. Ecco perchè l’assessore non fa nessun passo indietro. E quindi arriva alla riunione con il suo aut aut: “Roma ci aiuta- dice, fornendo le cifre- ma noi non possiamo arretrare di un millimetro”. L’assessore all’Economia Baccei, per oltre un’ora ha illustrato la manovra finanziaria ed ha anche comunicato che da Roma, attraverso lo storno di una parte dell’Iva e dell’Irpef più l’autorizzazione ad inserire nel bilancio alcune risorse extraregionali, potrebbero arrivare circa 2,4 miliardi, mentre la manovra di contenimento della spesa regionale varrebbe circa 250 milioni di euro. In ogni caso, per portare in equilibrio entrate ed uscite, mancherebbero all’appello almeno ulteriori 500 milioni di euro.

 

Insomma, il realtà quello messo con le spalle al muro è Crocetta. Se anche per motivi elettorali (a Maggio si vota in molti Comuni) volesse addolcire qualche norma, si ritroverebbe a dover rinunciare ai due miliardi di euro promessi da Roma.

Dopo un serrato confronto, governo regionale e rappresentanti dei sindacati, hanno raggiunto una bozza d’intesa che va confermata oggi.  Parecchie delle misure previste nel disegno di legge di stabilità, saranno oggetto di contrattazione in sede Aran.   L’Assemblea regionale siciliana, però, potrà recepire la normativa nazionale per allineare il trattamento economico e previdenziale dei dipendenti regionali a quello degli statali.. A firmare il protocollo, sono stati: il presidente della Regione, Rosario Crocetta, l’assessore all’economia Alessandro Baccei e l’assessore al Lavoro, Bruno Causo per il governo; per i sindacati hanno firmato i rispettivi segretari regionali della funzione pubblica. Non hanno firmato Cgil e Uil, che si sono riservati di farlo entro le ore 13 di oggi, dopo avere consultato i rispettivi direttivi.

Il fatto è che Crocetta ha anche dei nodi politici da sciogliere. Sicilia democratica, ad esempio  potrebbe anche non votare il disegno di legge di stabilità, “se dovesse prevalere la demagogia nei confronti degli amministratori locali e dei consiglieri comunali”. A dare un altro ultimatum  è il leader di «Sicilia democratica», Lino Leanza che non condivide le misure previste dalla finanziaria che riduce il numero dei consiglieri comunali e «lega» i gettoni di presenza ad un massimale del 30%, rispetto allo stipendio dell’assessore. “Che sulla rappresentanza democratica – aggiunge Leanza – ci sia uniformità con il resto d’Italia, ci sta bene. Le regole devono essere uguali per tutti dal Veneto alla Sicilia. Ma lezioni di moralità sui nostri amministratori non ne accettiamo da nessuno. Non si può per colpa di pochi penalizzare chi nel territorio svolge il proprio ruolo con grande dedizione verso le istituzioni che rappresenta. Non siamo figlio di un dio minore”..

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