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#unlenzuolocontrolamafia, arte e cultura per non dimenticare nel nome di Falcone

Giorgio Livigni 20 maggio 2021 4 min read
#unlenzuolocontrolamafia

Le città come luoghi di memoria, espressioni di una nuova geografia della responsabilità, avamposti per la tutela della legalità: è l’idea da cui nasce #unlenzuolocontrolamafia, un progetto volto a sensibilizzare l’opinione pubblica sui valori della giustizia e del ricordo di coloro che hanno dedicato la vita al bene della collettività. L’iniziativa della Fondazione Falcone e del Ministero dell’Istruzione, su un’idea di Alessandro De Lisi, è parte di Spazi Capaci-Comunità Capaci, un progetto di riappropriazione degli spazi urbani attraverso l’arte, pensato in occasione del 29esimo anniversario della Strage di Capaci costata la vita al giudice Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.

#unlenzuolocontrolamafia

“In alcuni luoghi simbolo del nostro Paese – spiega Maria Falcone, presidente della Fondazione Falcone e sorella del magistrato assassinato dalla mafia – sono stati esposti dei lenzuoli con una illustrazione che ritrae insieme Giovanni e Paolo Borsellino, amico e collega di mio fratello, che con lui condivise rigore impegno professionale e la drammatica sorte”.

Sul lenzuolo è stata elaborata un’illustrazione tratta da una foto di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino insieme, sorridenti, scattata in un momento conviviale, un’immagine potente, di vita, contrapposta a quelle, drammatiche, di morte legate alla violenza mafiosa.

I lenzuoli, bandiere laiche che uniscono il Paese in un grido corale contro le mafie e contro la sopraffazione, sono gli elementi di una narrazione che lega luoghi di arte e di cultura in un percorso che, partendo dalle celebrazioni del 29esimo anniversario delle stragi, terminerà nel 2023, 30ennale della strategia stragista di Cosa nostra culminata negli attentati di Roma, Firenze e Milano, con l’intento di sottolineare il valore della memoria come patrimonio immateriale del Paese.

“Abbiamo trovato una disponibilità grande e una grande sensibilità in tutte le istituzioni culturali e civili alle quali abbiamo proposto di aderire all’iniziativa e questo ci conferma come la memoria di Giovanni e di Paolo sia davvero parte del patrimonio nazionale”, aggiunge Maria Falcone.

Un lenzuolo gigante di 15 m x4,10 m è esposto a circa 15 metri di altezza sull’ingresso occidentale del Colosseo, visibile su via dei Fori Imperiali.

“Da subito e senza esitazione alcuna abbiamo aderito a questo progetto – commenta Alfonsina Russo, direttore del Parco archeologico del Colosseo –  Il Colosseo è simbolo e ambasciatore nel mondo di unione tra i popoli; è, prima ancora che monumento storico, un luogo in cui in ragione della sua storia ormai quasi bimillenaria tutte le razze del mondo si riconoscono e identificano nel segno della pace”. “Proprio questa sua potente funzione simbolica – prosegue – ne fa spazio privilegiato per qualsiasi forma di sensibilizzazione contro la violenza e ogni specie di discriminazione”.

Un lenzuolo delle stesse dimensioni è stato collocato al Teatro Massimo di Palermo, mentre creazioni di dimensioni minori -150 cm x 240cm-  sono state esposte in diversi luoghi simbolo del Paese: a Bergamo, presso la Biblioteca Tiraboschi, a Pisa a Palazzo Gambacorti, a Milano al Museo del ‘900, a Torino al Palazzo Civico, a Firenze alla Fondazione Zeffirelli, a Napoli a Palazzo San Giacomo, a Perugia a Palazzo dei Priori, a Reggio Calabria al Museo Archeologico, a Ragusa al Palazzo di Città, ad Ancona al Palazzo di Giustizia, a Norcia al Palazzo Comunale, a Bari al Palazzo di Città, a Trieste alla Prefettura, a Bologna alla sede della Circoscrizione di Borgo Panigale, a Caserta alla Reggia. A Venezia il lenzuolo verrà esposto in tutti i municipi in una sorte di “viaggio” nella città che parte da Ca Farsetti di Rialto per spostarsi alle sedi del Municipio di Mestre, Marghera, Lido, Favaro Veneto, Chirignago Zelarino.  All’Asinara, infine, il lenzuolo verrà collocato presso la casa in cui soggiornarono Falcone e Borsellino quando, per ragioni di sicurezza, dovettero l lasciare Palermo per completare l’ordinanza di rinvio a giudizio del primo maxiprocesso ai clan.

 “Siamo particolarmente orgogliosi di essere stati coinvolti dalla Fondazione Falcone nelle celebrazioni per il 29esimo anniversario della strage di Capaci” – dice Francesco Giambrone, sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo– Una partecipazione concreta e attiva, che ha visto il coinvolgimento delle nostre maestranze del laboratorio di scenografia di Brancaccio, depositarie di una tradizione di artigianato teatrale di grandissimo prestigio, impegnate nella realizzazione del ‘Lenzuolo della Memoria’ che sarà esposto al Colosseo così come in tanti altri luoghi d’arte e bellezza del nostro paese, tra cui proprio il Teatro Massimo”. “Una testimonianza di memoria che il Teatro Massimo – conclude – continua a coltivare nel ricordo del sacrificio di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e di tutte le donne e gli uomini caduti come loro per difendere la dignità di essere cittadini liberi dal giogo della mafia”.

Il progetto è stato realizzato grazie al fondamentale contributo del Comando Generale dei Carabinieri che da sempre, con la Fondazione Falcone e i Comandi Territoriali d’Italia, è impegnato nel contrasto al crimine organizzato e nella promozione della culturale della legalità. Oggi, in quattro città italiane – Roma, Palermo, Firenze, Milano, teatro delle stragi mafiose del ’92 e del ’93, l’esposizione del lenzuolo è avvenuta nel corso di una cerimonia che ha visto esibirsi la Fanfara dei carabinieri.

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