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Corruzione: indagato Romano, il "re" dei supermercati

L’imprenditore nisseno Massimo Romano, titolare di una catena di supermercati, è indagato per corruzione. La notizia è emersa a seguito di una perquisizione della Squadra mobile nelle attività dell’imprenditore, con gli investigatori che hanno acquisito una copiosa documentazione contabile. Secondo l’accusa Romano avrebbe assunto una persona vicina a un pubblico ufficiale per avere facilitazioni al momento delle verifiche fiscali. Questi gli unici dettagli emersi finora; gli inquirenti mantengono uno stretto riserbo. Romano, attraverso il suo legale, l’avvocato Dino Milazzo si è detto certo della correttezza e della regolarità del suo operato e si è messo a disposizione di magistrati e investigatori nel corso della perquisizione. “Attendo con serenità l’esito degli accertamenti, confermando piena fiducia nel lavoro dell’autorità giudiziaria”, ha detto.

L’inchiesta è coordinata dalla Dda nissena e dalla Squadra Mobile guidata dal dirigente Marzia Giustolisi. Con Romano sono indagate altre persone, la cui identità non  stata resa nota. Massimo Romano è il più importante operatore commerciale di Caltanissetta, a capo di una catena di supermercati fondata 65 anni fa dal padre, che fu il primo a creare un supermercato a Caltanissetta, a cinque chilometri dal centro, il Max Market. Oggi il cuore dell’impero economico di Romano è il Cds, il centro di distribuzione. Solo lo scorso dicembre il gruppo Romano ha acquisito la catena Carrefour in provincia di Trapani e Palermo, con 21 punti vendita. L’accordo prevede che per tre anni Romano gestirà i supermercati con l’insegna Carrefour, poi sarà libero di cambiare. E, di contro, Carrefour esce dalla gestione diretta dei supermercati in Sicilia. Oggi il gruppo, con le diverse insegne  – tra cui “Il Centesimo – gestisce 70 punti vendita e conta più di 400 dipendenti.

L’inchiesta che riguarda Massimo Romano, secondo alcune fonti, sarebbe una costola di quella – in prossimità di chiusura – che vede indagato per concorso esterno in associazione mafiosa il leader di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, al quale Romano è vicinissimo. Tra l’altro è proprio coinvolto in quella inchiesta perché gli investigatori scrivono che  Montante gli avrebbe chiesto di cambiare in banconote di piccolo taglio una grossa somma di denaro: “Tra i 100 mila e i 300 mila euro”, ha detto Romano, “tra molte reticenze” scrivono i pm. La richiesta sarebbe avvenuta “tra il novembre e il dicembre 2014”.

 

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