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Non archiviate l’inchiesta sulla morte di Attilio Manca!

Last updated on 17 aprile 2017

Non archiviate l’inchiesta sulla morte di Attilio Manca! E’ questo l’appello al Procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, al Procuratore aggiunto Michele Prestipino e al sostituto procuratore Maria Cristina Palaia da parte della famiglia del giovane urologo di Barcellona Pozzo di Gotto (Me), trovato morto a Viterbo il 12 febbraio 2004.

Tra i primi firmatari: Don Ciotti, Manfredi Borsellino, Minà, Travaglio, Ruotolo, Orioles, Di Maio, Di Battista, Fava, Lumia, Mattiello, Bolognesi, Orlando, Accorinti, dalla Chiesa e tanti altri.

Attilio Manca è stato ritrovato con due segni di iniezioni nel braccio sinistro, la sua morte è avvenuta per una overdose di eroina, alcool e tranquillanti a Viterbo nel 2004.

Secondo la tesi dei legali della famiglia, Manca avrebbe visitato il capo di Cosa Nostra, Bernardo Provenzano (prima o dopo il suo intervento alla prostata realizzato in Francia nell’autunno del 2003), dopodichè sarebbe stato eliminato in quanto testimone scomodo della rete di protezione extra-mafiosa eretta attorno al boss mafioso.

Per la Procura di Viterbo, però, il giovane urologo siciliano sarebbe invece morto per essersi iniettato volontariamente due dosi fatali di eroina nel braccio sbagliato. Lo scorso 29 marzo il Tribunale di Viterbo ha emesso la sentenza di condanna a 5 anni e 4 mesi nei confronti di Monica Mileti accusata di avere ceduto la droga al giovane urologo siciliano. Per gli uffici giudiziari di Viterbo il caso Manca è quindi chiuso mentre per la Procura distrettuale antimafia di Roma, dove da più di un anno, è aperto un fascicolo contro ignoti sotto la dicitura “omicidio volontario”.

È nei confronti della Procura capitolina che la famiglia Manca si appella per fare in modo che il caso relativo alla morte del proprio congiunto non sia archiviato. Il fascicolo aperto a Roma racchiude tra l’altro le testimonianze di quattro collaboratori di giustizia che, a vario titolo, circoscrivono la morte di Attilio Manca all’interno di un disegno criminoso dove si muovono: mafia, Servizi segreti “deviati” e massoneria.

L’inchiesta romana è basata sull’esposto dei legali della famiglia Manca in cui, al di là delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, vengono evidenziati determinati dati oggettivi che portano ad escludere definitivamente la tesi del suicidio a base di droga. Veri e propri buchi neri che sovrastano la morte del medico siciliano.

La famiglia ha chiesto il diritto alla giustizia e alla verità che spetta ad ogni persona che subisce un’ingiustizia e propone con questa petizione di non archiviare l’indagine sull’omicidio di Attilio Manca ma di continuare a cercare la verità.

Per sottoscrivere l’appello: change.org

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