di Gaetano Armao
Quando lo scorso anno lanciai l’allarme sui conti della Sicilia e sulla necessità di continuare senza sosta l’azione di contenimento della spesa, l’On. Crocetta si è sottratto, immotivatamente, al doveroso passaggio di consegne, apostrofandomi come “traditore della Sicilia” per le intraprese iniziative di informazione all’opinione pubblica ed al Governo nazionale.
Purtroppo, com’era prevedibile, l’agenzia di rating Moody’s ha ribassato il giudizio sul debito della Sicilia da “Baa3” a “Ba1”(insieme a Lazio, Piemonte, Campania le Regioni più indebitate).
L’Agenzia precisa che “il taglio del rating della Sicilia conclude la revisione iniziata lo scorso anno e riflette il deterioramento della performance operativa e il deficit di bilancio legati a entrate in stagnazione e un profilo di spesa rigido” e che “il downgrade riflette i crescenti timori sulla loro posizione finanziaria. I tagli alle risorse dovuti all’austerity stanno mettendo sotto pressione i bilanci delle regioni, traducendosi in una rigidità fiscale. Le pressioni di liquidità in atto hanno contribuito all’accumulo di debiti commerciali, con la conseguenza che tali regioni dovranno probabilmente risanare ulteriormente i propri conti, anche con una razionalizzazione delle spese e un aumento delle tasse”.
Insomma, riforma della spesa insufficiente, costi strutturali sostanzialmente inalterati, entrate in calo.
Va ricordato che, al via della legislatura, Fitch Ratings, (la stessa che nel luglio 2012, per prima, aveva smentito qualsiasi ipotesi di default finanziario della Regione) – proprio stigmatizzando la frammentaria situazione politica emersa in Sicilia dalle ultime elezioni regionali (Presidente eletto con il 15% dei consensi degli aventi diritto al voto e neanche accompagnato da una maggioranza parlamentare) – ha ridotto il rating di lungo termine da ‘BBB+’ a ‘BBB’ al debito finanziario della Regione siciliana.
Questa conclusione e’ stata raggiunta nel presupposto, purtroppo assai verosimile ed oggi confermato dai fatti, «che la discontinuità politica sposterà l’implementazione di qualunque riforma della spesa corrente a fine 2013».
Ebbene, di fronte a preoccupazioni provenienti da più parti, il Governo Crocetta non ha adottato entro la fine dell’anno alcuna delle misure correttive necessarie, che pur erano state indicate come urgentissime anche dal Ragioniere generale nel frattempo ‘licenziato'(lasciando così maturare un deficit di 1 md).
E tale atteggiamento il Governo ha sostanzialmente proseguito nel nuovo esercizio, utilizzando a piene mani, per gli accantonamenti imposti dal patto di stabilità, le risorse provenienti dagli ex fondi Fas.
Il Rapporto sul fabbisogno finanziario, che la Regione aveva iniziato a pubblicare due anni fa, e’ fermo alla scorsa primavera. Di nuovo si trova soltanto una norma nella legge finanziaria che prevede che l’Assessore all’Economia possa provvedere alla rinegoziazione del debito, senza nessun riferimento alle pur necessarie procedure ad evidenza pubblica al fine di garantire il rispetto della concorrenza e l’ottimizzazione del risultato economico per la Sicilia.
Mentre il ‘Suk’ aperto all’Assemblea, in assenza di una chiara maggioranza politica e con decine di cambi di casacca, non garantisce alcuna seria riforma della spesa come dimostrano le vicende della stessa legge finanziaria, peraltro falciadiata dal Commissario dello Stato.
Ma cos’è questo rating? L’Agenzia, il cui pronunciamento e’ necessario per un operatore sul mercato del debito qual’e’ la Sicilia, fornisce un parere sulla capacità di un ente di onorare obbligazioni finanziarie.
Vediamo più specificatamente.
La Regione e’ scesa da BAA3 a BA1
Con BAA sono qualificati i titoli obbligazionari soggetti a un rischio di credito contenuto, mentre, con il rating BA1, si qualificano titoli obbligazionari con elementi speculativi e soggetti a un rischio di credito considerevole.
In poche parole, chi detiene il nostro debito e’ passato da un rischio contenuto ad un rischio considerevole, ciò incrementerà i costi dell’indebitamento e renderà ancor più difficile reperire risorse mediante mutui.
E’ la prima volta, da anni, che il downgrade per la Sicilia deriva da specifica valutazione delle condizioni economiche della Sicilia e non interviene per la Regione come diretta conseguenza del peggioramento deciso per lo Stato al quale,invece Moody’s ad aprile ha confermato il rating «Baa2» seppur con outlook negativo.
Ancor più grave e’ ricordare che il bilancio e’ stato redatto ponendo a base una riduzione del PIL dello 0,5, quando tutte le previsioni (Banca d’Italia, Agenzie di rating, e per la Sicilia Fondazione Res e Fondazione Curella) prevedono una contrazione del 2%, il che riverbererà ineluttabilmente sulla diminuzione delle entrate, e di ciò evidentemente non si è voluto tener conto.
Sotto altro profilo va osservato che il perdurare della tendenza all’abbassamento del rating del debito della Sicilia puo’ determinare l’aggravamento della situazione finanziaria quale effetto diretto dell’applicazione delle clausole di “additional termination event” inserite, al momento della stipula, nei contratti con le Banche internazionali ed alla stregua delle quali lo sforamento della soglia minima di rating comporta la risoluzione immediata dei contratti derivati (che ammontano a circa 860 milioni di euro) imponendo un esborso per la Regione di 400/500 milioni di euro (ed in tal senso RBS ha già avviato l’iter).
Pare semplicistico il tentativo di “scaricare” sul precedente Governo le responsabilità da parte di chi da mesi non è ancora riuscito ad attuare una seria riduzione della spesa.
Il Dpef del Governo Crocetta, approvato solo qualche mese fa ha dato atto al Governo Lombardo di aver ridotto di cinque miliardi circa (quasi un terzo) la spesa corrente (pag. 60 a valori deflazionati su base 2000).
Delle due l’una: o la mano destra non sa quel che fa la sinistra – e saremmo al puro dilettantismo – oppure c’è il maldestro tentativo di tirare il sasso (adottare misure insufficienti di riduzione della spesa) e nascondere la mano.
Una precisazione conclusiva: entrambe le ‘perfomance’ le ritengo agevolmente riconducibili a alla ‘r(e)i(n)voluzione” di Crocetta, mi viene sicuramente più difficile attribuirle alla serietà del dott. Bianchi, ma tant’è…
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