“Day Off: io spengo lo studio”. Al black out dell’economia corrisponderà un gesto simbolico, un’azione di protesta, volta a sensibilizzare le coscienze, a scuotere l’opinione pubblica dal torpore dell’immobilismo istituzionale. Negli studi professionali di Catania e provincia sarà buio per un giorno, in segno di adesione alla Giornata di mobilitazione nazionale dei lavoratori delle costruzioni, indetta in tutta Italia per giovedì 27 novembre.
I presidenti della Consulta regionale degli Architetti (Giovanni Lazzari), degli Ordini provinciali degli Architetti (Giuseppe Scannella) e degli Agronomi e Dottori forestali (Corrado Vigo), del Collegio dei Geometri e dei Geometri laureati (Paolo Nicolosi), del sindacato Inarsind Sicilia (Pietro Luigi Pettinato) e Inarsind Catania (Salvo Fiorito), in segno di protesta, invitano con forza tutti gli iscritti dei rispettivi Albi e le altre categorie professionali coinvolte, a manifestare con forza per puntare i riflettori sui diritti delle categorie coinvolte.
«La Giornata di mobilitazione – commentano i presidenti – offre finalmente l’opportunità di far sentire, dopo molto tempo, la nostra voce e il nostro disagio rispetto alla grave situazione nella quale le professioni sono precipitate. Una dura condizione causata certamente dalla grave congiuntura economica ma, ancor di più, dalla sommatoria di norme, regolamenti e riforme che, lungi dall’essere utili al Paese e al cittadino consumatore, hanno avuto il solo effetto di penalizzare un’intera categoria di lavoratori, a cui è stata tolta la serenità del lavoro e, soprattutto, la dignità. Si tratta di provvedimenti che in Italia sono stati frutto di interpretazioni demagogiche e fuorvianti delle direttive europee, nate invece per orientare a ben diversa declinazione» concludono.
Lavoratori e sindacati di categoria chiedono allo Stato risposte concrete e misure più incisive in grado di rilanciare l’occupazione nel settore edile dove – secondo i dati diffusi a livello nazionale da Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil – si registrano negli ultimi sei anni 800 mila posti di lavoro persi, il 47% in meno di investimenti in opere pubbliche, la crescita di lavoro irregolare, nero, e di false partite Iva, nonché l’aumento dell’illegalità e delle infiltrazioni mafiose negli appalti.
Opere infrastrutturali strategiche, un piano d’interventi di messa in sicurezza del territorio e del patrimonio edilizio, riqualificazione urbana, maggiori investimenti e un nuovo modello di sviluppo basato sull’abbandono della cementificazione selvaggia, sono solo alcune delle istanze avanzate dagli Edili, a cui i professionisti di Catania aggiungono la rivendicazione del diritto a «compensi certi, a un’adeguata retribuzione, alla dignità del lavoro, a leggi semplici, chiare ed efficaci, e all’apertura del mercato del lavoro pubblico» come hanno specificato i rappresentanti delle categorie.
«Non basterà di certo solo quest’azione di protesta per risolvere i problemi – ha dichiarato il presidente degli Architetti etnei Giuseppe Scannella – tuttavia in quanto rappresentanti istituzionali, delegati dai nostri colleghi, abbiamo il dovere morale di far presente la gravissima situazione in cui il mondo delle professioni tecniche si trova».
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