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Credito di imposta: solo 15 imprese presentano la fidejussione

Il credito di imposta per le imprese siciliane che hanno effettuato nuove assunzioni nel 2011 è al palo. Delle circa 1.180 imprese che hanno presentato istanza solo in pochissime, una quindicina, hanno potuto presentare la fidejussione richiesta e quindi hanno potuto effettivamente beneficiare del contributo. Una situazione che fa sbottare il presidente dei Giovani industriali di Confindustria, Luigi Rizzolo: “Bisogna smettere di fare promesse a condizioni che gli imprenditori non possono rispettare”. Mentre il gruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars parla di “flop” dello strumento.

Il problema, spiega Rizzolo, sta tutto nelle fidejussioni: “Le aziende che hanno partecipato al bando – spiega – hanno seguito pedissequamente gli iter previsti: hanno assunto giovani e li hanno regolarmente pagati. Ma di fronte alla fidejussione si blocca tutto, perché nessuno (né banche, né assicurazioni) praticamente vuole fornirle, o comunque si richiedono condizioni che le imprese non possono garantire, come ad esempio alcuni adempimenti di natura patrimoniale. In un primo momento la Regione aveva assicurato che avrebbe fatto lei stessa da garante per far ottenere queste fidejussioni, ma poi ha fatto un passo indietro e tutto si è fermato. In poche parole, è stato promesso un aiuto che però richiede condizioni che le imprese sono impossibilitate a rispettare”.

Stesso allarme è stato lanciato dalla deputata del M5S, Claudia La Rocca, che, inoltre, sottolinea: “Rischiano di tornare a Bruxelles circa 35 milioni di euro stanziati per l’operazione, cosa che i deputati del Movimento Cinque Stelle stanno cercando di evitare in tutti i modi. Presenteremo una mozione urgente per impegnare il governo a percorrere tutte le ipotesi alternative a questa strada, che si sta rivelando un vicolo cieco in un’isola dove si rischia di concedere opportunità solo alle imprese sane e di penalizzare ulteriormente quelle in difficoltà”.

La questione è stata discussa anche in quinta commissione all’Ars, dove è emerso che l’obbligatorietà della fidejusiione (non prevista in altre regioni) è stata imposta dalla Corte dei Conti. In quella sede è stato stabilito di convocare un tavolo tecnico con l’organo di controllo per cercare di superare l’empasse. L’ipotesi a cui pensano i deputati del Movimento è quella di ricorrere all’Irfis, l’Istiuto regionale  per il finanziamento delle imprese siciliane, che  per statuto può rilasciare la fidejussione. “Al governo  – continua La Rocca – chiederemo di valutare questa ed altre strade alternative. Abbiamo l’obbligo morale di provarci, nonostante la ristrettezza dei tempi a disposizione Sono state recentemente prorogate al 20 ottobre le scadenze per presentare la polizza. Non possiamo permetterci di rimandare al mittente somme che per la nostra economia potrebbero essere vitali”.

Rizzolo, invece, fa un’altra proposta: “La via d’uscita c’è: verificare tutte le istanze presentate e dopo erogare il contributo. In questo modo la polizza fidejussioria non servirebbe più. Ovviamente queste verifiche vanno fatte con tempi celeri, perché le aziende non possono aspettare anni prima che venga loro erogato il credito d’imposta”.

 

 

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