E in Codacons annuncia una class action contro il governo regionale
Da stamani i dipendenti dell’Anfe regionale di Enna, in assemblea permanente presso la sede dell’Ente, hanno iniziato lo sciopero della fame ad oltranza per protestare contro il mancato pagamento degli stipendi arretrati, 10 mesi, e la totale mancanza di prospettive da parte del governo Crocetta. “Chiediamo al Governo regionale, come è già stato fatto in passato, di posticipare la chiusura della Cassa regionale in modo da consentire il pagamento degli stipendi. Non siamo più in grado di sostenere una situazione di indigenza in cui questi politici ci hanno cacciato, dipingendoci, grazie alla connivenza di una certa stampa, come fannulloni. Lavoriamo da anni in condizioni di precarietà economiche assurde ma di noi non si parla e si continua un balletto che non porta assolutamente a nulla”. I dipendenti chiedono a Crocetta, che si era impegnato pubblicamente a pagare gli stipendi, che siano emessi immediatamente i mandati di pagamento e invitano tutti i colleghi siciliani ad inviare un fax all’assessorato regionale della Formazione per chiedere la posticipazione della chiusura della cassa regionale. “Ogni dipendente e siamo 7000 faccia sentire la sua voce con un fax da inviare al nostro assessore che dorme sogni tranquilli nonostante tre colleghi disperati si siano già suicidati nel silenzio generale di politici e stampa”. Alla protesta si sono aggiunti i formatori dell’Anfe regionale in servizio al Carcere di Enna.
Intanto il Codacons annuncia una class action contro il governo regionale. “Da un anno i lavoratori della formazione non percepiscono lo stipendio senza che il governo siciliano dica qualcosa o mostri interesse verso questi lavoratori privati della loro dignità. Il Codacons – dice il segretario nazionale Francesco Tanasi – , è pronto a intraprendere azioni di lotta per riportare la legalità e la giustizia nei loro confronti. E’ giusto lottare per eliminare gli sprechi, come sta avvenendo in altri casi, ma nei confronti di chi ha lavorato onestamente e non percepisce quanto dovuto è altrettanto giusto prendere serie decisioni per dare certezze e risolvere situazioni ormai non più rinviabili. Siamo pronti ad avviare una class action ed altre azioni clamorose e siamo disponibili a manifestazioni contro chi consente che onesti lavoratori non siano giustamente retribuiti”.
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