Rifiuti in Sicilia, la Regione proroga ancora l’avvio al nuovo passaggio e nomina commissari in tutta l’isola, mentre si avanza lo spettro degli inceneritori. Scaduto l’ennesimo ultimatum, l’assessore ai rifiuti, Vania Contraffatto, ha varato un nuovo piano transitorio, che prevede: commissari in tutti gli enti che dovevano sostituire gli Ato nella gestione dei rifiuti, potenziamento della raccolta differenziata e una nuova organizzazione del settore che andrà avanti fino al varo di una riforma bis. Il piano è contenuto fra le pieghe dell’ordinanza di emergenza con cui è stato prorogato il via libera allo smaltimento nella discarica di Bellolampo.
Si va avanti con le discariche, quindi. Mantenendo fino a fine maggio ai massimi regimi di raccolta tutte quelle ancora operative: Bellolampo, Trapani e Siculiana nella Sicilia occidentale e gli impianti di Catania e Messina nella parte orientale. Ma da qui a quando la nuova ordinanza scadrà, l’assessore regionale Vania Contrafatto e il presidente Crocetta prevedono di mettere in piedi un sistema che ruoterà intorno alle Srr, le società che raggruppano Comuni limitrofi, previste della riforma del 2010 ma mai realmente entrate in azione.
Con la nuova ordinanza del presidente della Regione sui rifiuti, la discarica di Bellolampo, la cui capienza era stata portata a 1.500 tonnellate al giorno con l’ultima ordinanza di Crocetta, torna al suo ritmo standard, mille al giorno. Si tratta della quantità di rifiuti prodotti dai comuni di Palermo e Ustica, che a questo punto rimarranno i soli a portare l’immondizia nella discarica del capoluogo. Rimane così il fenomeno del “viaggio dei rifiuti”: verso Siculiana da quasi tutti i centri della Sicilia occidentale e verso Lentini o Motta Anastasia da quasi tutto il resto dell’Isola, con poche eccezioni. La gran parte dei Comuni del Palermitano, infatti, invia la propria immondizia a Siculiana, in provincia di Agrigento, o a Lentini, nel Siracusano, e pochi giorni prima di Natale il sindaco di Partinico Salvo Lo Biundo aveva protestato ufficialmente con la Regione, sostenendo di avere ottenuto la disponibilità di Bellolampo a ricevere più immondizia. Una protesta che non riguarda solo Partinico: il “viaggio dei rifiuti”, secondo le stime dei Comuni della provincia di Palermo.
Nell’ordinanza, dicevamo, anche un riferimento alle “Srr”, le società che dovrebbero sostituire gli ex-Ato rifiuti: ancora una volta viene dato mandato all’assessore regionale ai Rifiuti Vania Contrafatto di inviare commissari nelle Srr che non sono ancora in regola con le piante organiche e il piano d’azione, mentre le altre ricevono il via libera per partire. I vecchi commissari delle Srr ottengono una mini-proroga, fino a venerdì prossimo. Entro quella data “si provvederà alla nomina dei nuovi commissari straordinari con decreto assessoriale”.
“Eravamo convinti di aver messo la parola fine all’emergenza rifiuti, e finalmente aver dato il via alla nuova gestione con l’avvio definitivo delle SRR (società di regolamentazione rifiuti). Invece come era prevedibile eccoci a 6 mesi di distanza con l’ennesima proroga a constatare la totale inerzia ed inefficienza di un governo regionale allo sbando, capace soltanto di nominare assessori e commissari di volta in volta per compiacere gli alleati di turno al solo scopo di arrivare a fine legislatura e così restare ancorati alla propria poltrona”. È quanto dichiarato da Alessandro Franchina del Direttivo provinciale Igiene Ambientale dell’Utl-Ugl di Palermo.
“Ovviamente questa proroga – ha aggiunto il sindacalista – da una boccata di ossigeno agli oltre 11 mila lavoratori che potranno continuare ad espletare le proprie mansioni, anche se con gli innumerevoli problemi della quotidianità come i viaggi estenuanti per raggiungere le discariche dall’altra parte dell’isola e sopratutto la mancanza di regolarità nel ricevere le retribuzioni”.
“Come UGL – ha concluso – auspichiamo già da domani che si pongano in essere tutti gli adempimenti finalizzati al avvio definitivo del nuovo sistema di gestione dei rifiuti e di mettere la parola fine a proroghe e ad un sistema ormai incancrenito”.
INCENERITORI. “Altro che niente inceneritori: gli impianti sono espressamente previsti nel nuovo documento trasmesso a Roma”.
E’ secca la replica dei deputati Cinquestelle in Europa, alla Camera e all’Ars, Ignazio Corrao, Claudia Mannino e Giampiero Trizzino alle affermazioni arrivate dall’assessorato regionale all’Energia, retto da Vania Contrafatto, da dove, proprio ieri, in un servizio trasmesso dal giornale radio Rai, asserivano che nel piano rifiuti non c’è traccia di questi impianti. Una affermazione sbugiardata dalle carte che il governo siciliano ha inviato a Roma. L’aggiornamento che la Regione ha mandato al ministero per ottenere il placet – visto che la Sicilia, di fatto, è commissariata – prevede infatti la costruzione di ben 6 inceneritori (a Catania, Palermo e Messina, uno tra Ragusa e Siracusa, uno tra Agrigento e Trapani e uno tra Enna e Caltanissetta).
“Crocetta e il suo governo – affermano i deputati M5S – non hanno neanche il coraggio delle proprie azioni. Ovviamente c’è da capirli, andando continuamente contro gli interessi dei cittadini e contro il programma con il quale si sono candidati a governare la Sicilia, non resta loro che nascondere fino all’ultimo scelte scriteriate di questo tipo. Il futuro della Sicilia negli intendimenti del governo è pieno di inceneritori. Crocetta e il suo governo PD la smettano di mentire”.
Non solo: nell’attesa che gli impianti si materializzino, lo smaltimento avverrebbe mediante la spedizione dei rifiuti fuori dalla Sicilia. “Crocetta e i suoi – dicono i parlamentari – dovrebbero pure ammettere che nel piano si propone come unica soluzione per i prossimi tre anni la spedizione fuori regione della maggior parte dei rifiuti urbani prodotti. La stessa programmazione dell’impiantistica del nuovo piano si basa su quanto previsto dalla gestione commissariale e, per assurdo, anche una completa attuazione del piano non garantirebbe neanche entro il 2018 una sufficiente capacità di trattamento dei rifiuti (impianti di TMB) e dell’umido da raccolta differenziata (impianti di compostaggio). Questo, peraltro, ci porterà ad una sicura condanna da parte della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che, alla luce delle recenti modifiche normative, verrà pagata direttamente dai cittadini siciliani”.
“Il governo Crocetta – dicono i tre deputati – abbia il coraggio di pubblicare il piano e di farne oggetto di dibattito parlamentare e politico. Sveli il completo fallimento degli obiettivi prefissati nel piano stralcio presentato nel giugno 2015, che aveva utilizzato per garantirsi l’ennesima ordinanza straordinaria. Temiamo che dietro tale disastro ci sia la volontà di avviare l’ennesima gestione commissariale, alla quale noi ci opporremo sulla base dei catastrofici risultati ai quali ci ha condotto”.
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