I tecnici di Terna Rete Italia hanno riferito oggi, in sede di IV Commissione dell’ARS, in merito all’elettrodotto a 380 kV “Sorgente-Rizziconi”. Il richiamo più forte è stato al senso di responsabilità, di tutti, per garantire la sicurezza elettrica ai siciliani: intervenire sulla rete regionale, realizzando l’elettrodotto “Sorgente-Rizziconi”, è indispensabile e urgente.
Terna ha richiamato innanzitutto le motivazioni dell’opera. La Regione Sicilia, a causa dell’attuale rete elettrica insufficiente e vetusta, è sottoposta a rischio black out, come dimostrano i numerosi distacchi degli ultimi anni: la nuova linea garantirà la sicurezza elettrica, riducendo il rischio di black out, e incrementerà la capacità di trasporto tra la Sicilia e il Continente. In questo modo, diminuirà i vincoli per gli operatori del mercato elettrico, favorendo una maggiore concorrenza e una maggiore produzione (fino a 700 MW) da impianti a fonti rinnovabili, invece di costringere i siciliani all’utilizzo di centrali di produzione obsolete e altamente inquinanti, che comportano un differenziale di prezzo dell’energia del 35% rispetto al resto d’Italia, con un costo collettivo di oltre 600 milioni di euro l’anno (il ritardo maturato a tutto il 2012 è costato dunque alla collettività oltre 3,5 miliardi di euro).
Terna ha poi ricordato il lungo percorso di condivisione con gli Enti Locali, che ha anticipato il confronto con il territorio alla fase di pianificazione strategica dell’opera, nel 2005. Dopo oltre 100 incontri e sopralluoghi per la definizione dei criteri localizzativi e del percorso della nuova linea, si è giunti nel gennaio 2007 al Protocollo d’Intesa con tutti i Comuni interessati, la Provincia di Messina e Regione Sicilia.
Terna ha dunque inviato al Ministero dello Sviluppo Economico la richiesta di autorizzazione – concessa nel 2010 – di un intervento ampiamente condiviso con il territorio, associando alla nuova linea (lunga 105 km, di cui 36 km in suolo siculo), su indicazione degli Enti Locali, un piano di dismissioni di oltre 170 km di vecchie linee, di cui 80 km in Sicilia. In particolare, circa 14 km saranno demoliti nel Comune di Pace del Mela e 7 km in quello di S. Pier Niceto, buona parte delle quali attualmente insistono vicino agli abitati, liberando nella Provincia di Messina ben 1.151 edifici collocati a distanza di 100 m dalle linee esistenti oggetto di smantellamento, dei quali 636 nell’Area a elevato rischio ambientale.
La realizzazione dell’opera, infine, porterà lavoro per 170 imprese e 90 lavoratori quotidianamente coinvolti nei cantieri, parte dei quali siciliani.
Inoltre Terna, rispondendo alle sollecitazioni dei deputati regionali, ha evidenziato come l’opera è stata autorizzata dopo la verifica da parte dei soggetti competenti del rispetto di tutti i limiti in materia di campi elettromagnetici imposti dalla legge italiana, che è una delle più restrittive in Europa. Infatti l’elettrodotto rispetta in ogni punto lungo tutto il tracciato i limiti previsti dal DPCM 8 luglio 2003, che impone un limite di 5kV/m per il campo elettrico e di 3 μT come valore del campo di induzione magnetica in corrispondenza dei punti sensibili (abitazioni e aree in cui si prevede una permanenza di persone per più di 4 ore nella giornata).
Terna, infine, ha presentato la nuova generazione di sostegni tubolari monostelo che sarà utilizzata per realizzare il 95% dei tratti aerei della nuova linea. I sostegni monostelo, è stato spiegato, riducono di 15 volte l’occupazione di suolo rispetto ai tralicci troncopiramidali (consentendo di risparmiare di 10.000 mq di suolo) , e grazie alla vicinanza delle fasi riducono il campo elettromagnetico generato.
Terna su sollecitazione dei deputati regionali ha nuovamente spiegato, come già fatto a ogni interlocutore e in ogni sede, le ragioni per le quali non è possibile interrare la nuova linea. I cavi interrati, in caso di guasto, richiedono tempi di riparazione dell’ordine di settimane, durante le quali la rete elettrica circostante deve assolvere ai compiti della linea in cavo non più in servizio. Ma la rete elettrica esistente in Sicilia è obsoleta e poco magliata, e perciò già ora non più sufficiente a garantire con adeguati margini di sicurezza la continuità di alimentazione di una vasta area del territorio. Realizzare la linea in cavo (che strutturalmente sviluppa un’elevata impedenza), significherebbe intervenire incrementando insostenibilmente la già pericolosa esposizione della rete regionale al rischio di sovraccarichi: cioè, peggiorare gli attuali problemi elettrici della Sicilia. Terna ha concluso l’intervento ribadendo la disponibilità al dialogo e al confronto purché costruttivo e non pretestuoso confidando che, nell’interesse di tutti, i cantieri possano procedere speditamente secondo il crono programma sollecitato anche dell’Autorità per l’Energia elettrica per ridurre il costo della bolletta agli utenti.
Elettrodotto Sorgente-Rizziconi: la verità di Terna all’Ars
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