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Il tentativo di censurare Fedez e la mediocre Rai nelle mani di Salvini

E niente. C’è questa storia di Fedez al Concertone del Primo maggio che vorrebbe dire quattro parole in libertà. E’ nello spirito del Concertone, del Primo maggio, della forza di un sindacato di sinistra, democratico, rappresentante de noantri. Ma arriva la richiesta di vedere prima il discorso : non si sa mai il rapper possa disturbare il manovratore, dire qualche parola su questo o quel politico, argomentare su xenofia e omofobia, intervenire sui vizi e i lazzi della Lega di Salvini. E infatti è proprio Salvini che mette le mani avanti e detta la linea. Dice Fedez che la vicedirettrice di Rai 3 ha definito il suo intervento inopportuno. Ci permettiamo di dire che inopportuna è la presenza di questa vicedirettrice nella rete che fu di Sandro Curzi che si starà rivoltando nella tomba per come è caduta in basso la sua Rete e la Rai.

Ora non la chiamano più censura perché fa brutto e non piace alla gente che piace. Ma la censura è questa e Fedez lo ha capito bene. Con la scusa della pandemia se ne inventano di tutti i colori e vorrebbero farci digerire il fiele del silenzio. Siamo all’assurdo. Siamo arrivati al punto che Salvini detta l’agenda politica e anche la scaletta del Concertone del Primo maggio. Ma il compagno Landini oggi dov’è? Si è preso un giorno di pausa? E dove sono gli altri sindacalisti? Che fa? Si vergognano perché Fedez è tatuato e difende i più deboli? Siamo a questo: oggi per rappresentare i precari serve un rapper non un sindacalista. Non diciamo di chiudere il concertone che ormai è una tradizione e fa lavorare tanta gente ma sulla Rai anche no grazie. E poi spiegate a Salvini che la Rai spende 500mila euro ma dalla pubblicità ne incassa quasi il doppio perché occupa uno spazio pubblicitario che altrimenti gli sarebbe precluso. In tempo di rinnovo dei vertici dell’azienda pubblica è il caso di riflettere: passi che sono al governo tutti insieme per salvare il Paese. Ma non passi l’idea che Salvini è tornato per occupare tutto, anche la Rai 3 che fu di Sandro Curzi.

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