Sono stati inaugurati nella mattinata del 23 Maggio i nuovi spazi di Working Capital Catania, la casa dell’innovazione siciliana. Ben 1.100 metri quadri dedicati agli startupper del Mezzogiorno. Make in South, questo il nome dell’evento, ha visto la partecipazione di circa 250 persone, tra le quali hanno fatto la loro apparizione rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali. Il taglio del nastro, che ha contrassegnato l’avvio dei lavori, è stato celebrato da Salvo Mizzi, responsabile Digital Markets e founder del programma Working Capital, affiancato da Graziano Delrio, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ed Enzo Bianco, il Sindaco di Catania.
Moderatori della giornata sono stati Antonio Perdichizzi, responsabile di #Wcap Catania e Giovanni Iozza, direttore di EconomyUp, il progetto editoriale da lui diretto, che punta alla ‘promozione dell’Italia che vuole crescere‘. Insieme a loro i membri del team #Wcap, che hanno approfittato dell’occasione per ricordare la scadenza della Call for Ideas 2014, contrassegnata per questo lunedì 26 Maggio, a mezzanotte in punto. “Perché #Wcap è la casa delle idee – ha concluso Perdichizzi – ma la differenza la fanno sempre le persone“.
Il panel centrale della giornata ha visto la partecipazione di Salvo Mizzi e PIF, in collegamento da Palermo, dove si svolgevano le commemorazioni della strage di Capaci. I due hanno discusso di legalità e innovazione, specialmente alla luce del supporto che internet può dare nella lotta alla criminalità organizzata. Mizzi, in particolare, ha approfittato dell’occasione per rivolgersi alle istituzioni e lanciare l’iniziativa intitolata #22annidopo: la creazione di un fondo di investimento per le imprese innovative del Mezzogiorno finanziato dai beni confiscati alla criminalità organizzata. In particolare la proposta prevede di destinare € 1 Mld e 1/3 degli immobili confiscati alla mafia alle imprese innovative e ai giovani che vogliono fare impresa. In questo modo l’innovazione diviene un modo per “creare nuove imprese e posti di lavoro” perchè come detto da Umberto Di Maggio: “ogni nuova impresa è uno schiaffo alla mafia“.
Il resto della mattinata è stato un susseguirsi di panel dedicati all’innovazione imprenditoriale e sociale nel Sud Italia, in Sicilia in particolare, e la sua potenziale contaminazione nel resto del paese e del mondo. Tra gli speaker ricordiamoAdriana Santanocito di Orange Fiber, che proprio in questi giorni sta preparando la sua prima produzione a livello industriale ed Elisa Fazio di Flazio, due delle startup supportate da Working Capital nel corso delle sue edizioni. Oltre a loro sono intervenuti Luca Naso, CTO di EdisonWeb e mentor dello Startup Weekend Catania e Alessandra Guffanti, Presidente del gruppo giovani di Sistema Moda Italia.
Ad essi si sono aggiunti gli interventi di Peppe Sirchia, che ha introdotto il suo progetto Resilienze, dedicato all’unificazione dell’innovazione sociale e tecnologica,Lucia Giuliano di Abadir Social e Andrea Bartoli, il quale ha raccontato la storia diFarm Cultural Park, il suo progetto di rinnovo di un centro sociale abbandonato,Favara, per renderlo un centro d’innovazione sociale e culturale. Una serie d’interventi che ben hanno rappresentato l’energia magmatica della terra siciliana che si è respirata a Make in South. “A Catania siamo su un vulcano, e qui c’è energia e passione” come ha ricordato Elita Schillaci, della Fondazione Siciliana per la Venture Philanthropy.
Antonio Perdichizzi ha infine chiuso la mattinata introducendo la terza edizione dello Startup Weekend Catania, partito nel pomeriggio e dedicato al funky professor Marco Zamperini, condividendo il video della #PandaRossa, da lui ideato l’anno scorso. Da quel momento, i ragazzi intervenuti, circa 300, avranno 54 oreper trasformare le proprie idee in startup.
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