L’assaggio delle uve campionate in vigna si ripete instancabilmente ogni giorno. Tutto lo staff è precettato, la vendemmia da Firriato è alle porte e l’annata sembra essere tra le più “fresche” degli ultimi 10 anni, con temperature che, in media, sono risultate essere inferiori anche di 5 gradi, nella fase di germogliazione e sino all’invaiatura del grappolo.
L’agro di Trapani, dove insistono le tenute “storiche” dell’azienda vitivinicola, registra un ritardo nella maturazione delle uve oscillabile tra una settimana e dieci giorni rispetto alla vendemmia precedente. Si parla di vendemmia lunga, lenta, ma anche “speciale” soprattutto per le uve bianche, almeno in questa fase. Per le uve nere è ancora troppo presto per azzardare una previsione ma, al momento, ci sono tutte ottime premesse per una vendemmia da ricordare. Se le condizioni climatiche si confermeranno e non arriveranno “botte di caldo”, si avrà, in generale, un quadro organolettico delle uve di maggiore equilibrio tra zuccheri ed acidità, con grandi profumi e una maggiore longevità dei vini.
Questo particolare andamento climatico, con precipitazioni che si sono concentrate nel periodo primaverile e pre-estivo, in un contesto di maggiore ventilazione nelle aree più esposte, con prevalenza di venti dal quadrante nord occidentale, ha richiesto uno sforzo aggiuntivo per quelle attività di presidio e di immediato intervento in vigna che il regime biologico certificato normalmente richiede. Le basse temperature e l’aumento di umidità possono infatti innescare attacchi fungini e problemi fito-sanitari nelle uve in maturazione che, in alcune zone dell’isola, si sono anche registrati. Il costante monitoraggio dei vigneti – zona per zona e per vitigno impiantato – e i preventivi quanto naturali interventi, avvenuti sin dalla germogliazione, con i tradizionali bagni di zolfo e rame, hanno fatto da scudo, impendendo alla peronospera di farsi avanti. Insomma uve sane, belle, straordinariamente ricche, dove le componenti aromatiche giocano alla grande. Sarà una vendemmia davvero particolare, forse anche strana per certi versi, con piante meno fertili rispetto alla precedente vendemmia, ma di sicuro interesse per acidità e freschezza.
I vigneti sono straordinariamente verdi e mostrano un ottimo vigore vegetativo delle piante, con un apparato fogliare ampio e ben sviluppato. La disponibilità di acqua durante il periodo di sviluppo ha influito positivamente sulla copertura fogliare in tutte le tenute agricole di Firriato nell’Agro di Trapani, da Baglio Soria a Dagala Borromeo, da Pianoro Cuddia a Borgo Guarini. Il dato delle precipitazioni intervenute è assai eloquente: dai poco più di 500 mm di pioggia registrati in zona nel 2013 si è passati a oltre 700 mm di quest’anno.
“Siamo davvero contenti – spiega soddisfatto Federico Lombardo di Monte Iato, responsabile marketing dell’azienda – i vigneti sono uno splendore, le uve sono sane e la maturazione sta progredendo con regolarità ma un po’ più lenta; se il tempo regge e non ci sarà scirocco ed afa – prosegue Federico Lombardo – potrebbe essere una vendemmia davvero di alto profilo, meno produttiva ma di assoluto interesse, soprattutto nei bianchi che stiamo per iniziare a raccogliere. Si parte con lo Chardonnay di Dagala Borromeo con la raccolta manuale in cassetta. Poi piano piano, procederemo con le altre varietà, secondo il monitoraggio e l’assaggio diretto in vigna. Saranno due mesi di lavoro intensi ma appassionanti come sempre. Vendemmieremo a Favignana a fine agosto, portando in leggera surmaturazione le uve rosse per bilanciare il rapporto polpa buccia e facilitare l’accumulo fenolico delle uve. Chiuderemo sull’Etna con la raccolta che inizierà leggermente in anticipo (circa una settimana) ai primi di settembre con il Nerello Mascalese destinato al Gaudensius, poi ad ottobre la raccolta di tutta la produzione che, sull’Etna, si protrarrà sino alla seconda decade del mese. Come è facilmente intuibile la vendemmia di Firriato è molto impegnativa e richiede tanta precisione e una mole di lavoro enorme: sei tenute agricole di riferimento, con epoche vendemmiali differenziate per areale e contesto ma anche sullo stesso vitigno. Una complessità di fattori da gestire nel vigneto durante la raccolta e, poi, in cantina, con le vinificazioni delle singole partite. Un mosaico di valori e identità enologiche che concorrono all’eccellenza su cui Firriato ha costruito riconoscibilità e reputazione”.
Grandi premesse anche per la Tenuta di Calamoni sull’isola di Favignana, dove l’andamento climatico è stato meno piovoso rispetto alla terra ferma ma con temperature non alte e una ventilazione costante, alimentata in maniera prevalente da nord e senza un giorno di scirocco. In controtendenza con i dati di minor produzione preventivati nell’agro di Trapani, la produzione a Favignana è maggiore rispetto alla vendemmia 2013 di un buon 10%. Questo incremento è dovuto all’introduzione della nuova potatura e del sistema di allevamento ad “alberello appoggiato”, consentendo alla pianta una maggiore resistenza al vento, soprattutto nella fase di fioritura e impollinazione. Le varietà a bacca bianca fanno prefigurare un’ottima annata, soprattutto con queste maturazioni lente , prolungate ma regolari e costanti. Zibibbo e Grillo potranno portare in dote una carica aromatica importante. Sulle uve nere la lettura è più difficile e si parte dalla necessità di mitigare l’effetto delle basse temperature e della composizione del suolo che potrebbero ridurre l’accumulo fenolico delle bucce. L’accorgimento messo in atto dallo staff tecnico di Firriato per questa annata così particolare sotto l’aspetto climatico, al fine per bilanciare il rapporto polpa/buccia, sarà quello di portare le uve ad una leggera e naturale surmaturazione dei grappoli sulla pianta prima della raccolta, in modo da poter assorbire il rallentamento della maturazione fenolica delle bucce. Non è un caso che da Firriato si parla di viticoltura di precisione.
Infine, la grande montagna, l’Etna e la Tenuta di Cavanera, a Verzella, nel territorio di Castiglione di Sicilia, sul versante di nord-est del vulcano. Il re dei Terroir della Sicilia. La stagione è stata esemplare sotto il profilo climatico, non c’è stato freddo e i vigneti appaiono in una forma smagliante. Il carico produttivo è nella norma e la sanità delle uve è addirittura esemplare. Anche sull’Etna la gestione dei vigneti è in biologico certificato, una delle pochissime realtà produttive che sull’Etna produce in biologico. Sotto il profilo qualitativo è ancora troppo presto per esprimere una previsione e Firriato non si sente di avanzare ad oggi una stima, ma i presupposti perché sull’Etna vi sia una vendemmia importante ci sono tutti. Le precipitazioni non sono state eccessive, anzi fanno registrare una certa diminuzione. Questo elemento lo si evince dalla grandezza degli acini che, in questa vendemmia sull’Etna, si presentano più piccoli e in grappoli più compatti, soprattutto nelle uve rosse di Nerello Mascalese, il principe dei vitigni di tradizione etnea.
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