Last updated on 28 febbraio 2021
Il vertice di maggioranza di ieri alla Regione ha visto tutti (tranne i socialisti) intorno ad un tavolo per parlare di sanità. Il clima, dicono gli intervenuti, è stato positivo. E Crocetta è riuscito a rinviare il rimpasto chiesto dagli alleati. Circa la sanità, è stato ribadito che non c’è alcun piano, ma solo una bozza, e Crocetta si è impegnato per chiedere al governo nazionale comunque l’attuazione della pianta organica per la sanità in Sicilia, quanto meno per l’emergenza – urgenza (3000 posti sui 9000 che dovrebbero essere messi a concorso). Per Gucciardi, “bisogna soprattutto salvaguardare le periferie”.
Il fatto è che comunque il piano di riordino della rete ospedaliera esiste, eccome. Non è stato ancora deliberato dalla giunta, non è vero che si trattava di uno schema generale, di una simulazione. Queste carte sono state trasmesse nei mesi scorsi dall’assessorato al Ministero della Salute. E sono state esaminate dai tecnici del Ministero. Poi la Giunta ha fatto dietrofront dopo le prime polemiche.
Il ritrovato clima di serenità (o, se preferite, la tregua) ha permesso anche alla manovrina finanziaria in discussione all’Ars di proseguire il suo cammino dopo i giorni di incertezza, con molti banchi vuoti. La norma di maggiore peso approvata ieri è quella che offre un paracadute ai dipendenti che erano impiegati nelle partecipate e in enti regionali chiusi o in liquidazione: Sviluppo Italia Sicilia, Ciem, Quarit e Cerisdi. Almeno 130 persone transiteranno nella Sas, la più grande partecipata regionale che diventa sempre più un contenitore di precari e dipendenti in arrivo da enti in crisi. Questo personale potrebbe andare anche all’Irfis. Anzi, formalmente i 130 finiscono in un albo da cui Sas e Irfis attingeranno per svolgere nuovi compiti. E per questi nuovi compiti c’ è già un finanziamento: 2,7 milioni.
Comments are closed.