La sezione fallimentare del Tribunale di Trapani ha posto i sigilli alla Satin (Società applicazioni tecnologiche industriali navali).
Lunedì stessa cosa farà con i Cantieri navali di Trapani. Entrambe le società fanno parte del gruppo imprenditoriale guidato da Giuseppe D’Angelo. Già da due anni i Cantieri navali sono fermi ed i dipendenti – circa 60 – licenziati.
Si tratta, per Trapani e per il settore della cantieristica, di un durissimo colpo. La Satin è la società che detiene la maggioranza delle quote azionarie del Cantiere Navale di Trapani e che ha in affitto la concessione demaniale dei 70.000 metri quadrati del Cnt – sono stati dichiarati falliti.
“Incredulità e profondo rammarico” per quanto stabilito dal Tribunale è stata espressa dagli imprenditori D’Angelo per un provvedimento emesso nonostante “gli amministratori e i soci delle società Satin e Cnt – si legge nella nota diramata alla stampa – pur di evitare il definitivo dissolvimento delle aziende e un maggior danno per i creditori e i lavoratori, avevano adottato l’onerosissima opzione del concordato preventivo d’impresa”.
Il Tribunale ha, però, ritenuto inammissibile la proposta di concordato della Satin – adottata in continuità con la recente normativa del “Decreto sviluppo” varata dal legislatore nel settembre 2012 – il cui piano prevedeva l’aumento del capitale per 2 milioni e mezzo di euro e ulteriori risorse, pari a tre milioni di euro, provenienti dalla proprietà della petroliera “Marettimo M.” commissionata dalla società siracusana “Augusta Due” del gruppo Mednav di Roma. Intanto amministratori e soci del Cnt Satin hanno annunciato che “malgrado la dichiarazione di fallimento le società non desisteranno dal porre in essere ogni tentativo utile per la tempestiva ripresa dell’attività attraverso gli strumenti giuridici consentiti dall’ordinamento”.
Da tempo il Cnt non era più in grado, anche per le difficoltà determinate dalla crisi economica, di assumere commesse oltre a essere oggetto di indagini della magistratura per inquinamento ambientale nell’area demaniale.
E’ la “Marettimo M” il simbolo del fallimento della Satin. La petroliera, iniziata nel 2005 e varata nel maggio del 2009, lunga 136 metri e larga 26, non è mai stata consegnata ed è ancora in cantiere perché nel frattempo l’azienda, pressata dalla crisi, ha posto in mobilità i 59 lavoratori.
Gli operai per difendere il loro posto di lavoro occuparono, nel novembre del 2011 e per diversi mesi, la “Marettimo M”. Oggi alla protesta, che si protrae senza sosta con un presidio permanente fuori dai cancelli del Cnt, si è aggiunta anche una pesante situazione di indebitamento della società nei confronti dei fornitori e della banche.
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