
Era il settembre del 2010 quando si istituiva per la prima volta il Parco dei Monti Sicani, prima volta perchĆ© dal 2010 al 2019 il Parco ĆØ stato istituito e de-istituito per ben tre volte dal TAR Sicilia a causa, si dice, di una cattiva perimetrazione dellāarea dello stesso.
Il Parco dei Monti Sicani comprende, o dovremmo dire ācomprendevaā, unāarea di 43.687 ettari suddivisa tra 12 comuni a cavallo delle province di Palermo e Agrigento: Bivona, Burgio, Cammarata, Castronovo di Sicilia, Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Giuliana, Palazzo Adriano, Prizzi, S. Giovanni Gemini, S. Stefano Quisquina, Sambuca di Sicilia.
Il complesso di entità della flora, così come le associazioni vegetali e la vastità complessiva delle foreste (circa 20.000 ha) fanno del territorio del Parco dei Monti Sicani una straordinaria riserva di biodiversità , essendovi presenti non solo gli habitat tipici delle aree dal clima Mediterraneo-temperato, ma anche, un vasto contingente di specie vegetali più spiccatamente montane, tipiche di ambiti più umidi e freschi.
Siamo nel dicembre 2014 quando lāAssessorato Regionale Territorio e Ambiente riceve il terzo avallo dalla Commissione Ambiente e dal CRPPN per la terza re-istituzione del Parco. Sembra sia la volta buona, perchĆ© viene nominato il commissario e nel mese successivo viene assegnata una delle due sedi ufficiali del resuscitato Parco dei Monti Sicani a Palazzo Adriano.
Dal 2014 al 2019, viene lanciato il marchio āParco dei Monti Sicaniā per la promozione territoriale e nel 2018, quando viene nominato commissario Luca Gazzara, sono stati attivati diversi filoni di ricerca tra cui una sul tartufo e unāaltra sui geositi, nonchĆ© dei protocolli dāintesa con il dipartimento di Agraria dellāUniversitĆ di Palermo e con lāOrto Botanico.
Inoltre, sono stati ottenuti 500mila euro per il ripristino ambientale nelle zone danneggiate dagli incendi e un altro milione e mezzo ĆØ legato ad altri progetti che potrebbero a breve sbloccarsi.Tutte queste risorse rischiano di sfumare a causa del recente annullamento, il terzo per lāesattezza, avvenuto il 23 luglio 2019.
La motivazione? La delibera con cui ĆØ stato fondato il Parco nel 2014 ĆØ incostituzionale, allāinterno del perimetro del Parco ricadono delle cave di estrazione di inerti, i cui interessi economici collimano, ovviamente, con quelli del Parco: i proprietari hanno fatto ricorso e hanno vinto. A questo si aggiungono anche alcuni coltivatori di aree seminative e perchĆ© no, le associazioni di cacciatori. Tutto questo ĆØ accaduto nel silenzio più totale, senza che ne parlino nĆ© gli addetti ai lavori, nĆ© altri, e lāarea che punta sul turismo relazionale ed esperienziale, perde un volano di sviluppo economico e sostenibile.
La vicenda si conclude con la ricostituzione delle riserve naturali orientate di monte Cammarata, monte Carcaci, monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio, monte Genuardo e Santa Maria del Bosco per garantire la tutela del grosso patrimonio arboreo e naturalistico esistente.
La soluzione: la riperimetrazione dellāarea di cui si dovrebbe occupare lāEnte Gestore⦠ma adesso lāEnte Gestore non esiste più, con la beffa che, mentre la Sicilia brucia, la Regione risponde agli appelli per il Climate Change rinunciando, di fatto, ai fondi ottenuti dal Parco per riforestare aree giĆ incendiate.